Italiae et Ecclesia

La grande bellezza della Fede di Maria

Per essere meritevole del beneplacito di Dio, fu messa alla prova. Con la nostra immaginazione, entriamo in questa Donna, lei la Madre, quando dovette intraprendere un lungo viaggio in piena notte e fuggire in Egitto per salvare il Bambino perché Erode aveva progettato di ucciderlo (cfr Mt 2, 13-18).

Cosa sarà successo quella notte? Cosa avrà pensato Maria alla notizia: «Erode vuole uccidere il Bambino!… ». Perché? Si sarà chiesto la Madre.
Maria, nel sentire i fatti di suo Figlio, non si turbava ma rimetteva tutto nelle mani di Dio. Non aveva detto all’Angelo: «Avvenga di me quello che hai detto?» (Lc l, 38).

Maria serbava tutto nel suo cuore Immacolato. Si ricorda le parole dell’ Angelo: «Egli, Gesù, sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo… il suo regno non avrà fine» (cfr Lc 1, 32-33). Si ricordava anche le parole del vecchio Simeone: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele segno di contraddizione…, e anche a te una spada trafiggerà l’anima» (cfr Lc 2, 33-35).

Maria ci permette ora di “entrare” nelle profondità del suo essere di «MADRE dei Dolori» “che ben conosce il patire”; lì, in quell’ Anima Immacolata in cui sperimenta la profezia del vecchio Simeone. Ed “Eccola Addolorata in pianto sta presso la croce da cui pende il suo Figlio. Immersa in angoscia geme nell’intimo del suo cuore trafitto da spada. Quanto è grande il dolore della Madre! Lei, la benedetta fra le donne! Madre dell’Unigenito! Madre pietosa, nel pianto contempla le piaghe del divino suo Figlio, quelle piaghe salutari da cui scaturirono “fiumi di acqua viva” che lavano i peccati di molti: i nostri peccati! Chi può trattenersi dal pianto davanti alla Madre di Cristo in tanto tormento? Chi può non provare dolore davanti alla Madre che porta la morte del Figlio? Per i peccati del popolo suo ella vede Gesù nei tormenti del duro supplizio. Per noi ella vede morire il dolce suo Figlio, solo, nell’ultima ora.
O Madre, sorgente d’amore, fa’ che io pianga le tue lacrime. Fa’ che arda il mio cuore nell’amare il Cristo-Dio, per essergli gradito come fosti gradita Tu a Dio per la tua incrollabile fede”.

Madre del bell’Amore, Dio Padre ti ha prediletta invitandoti a crescere sempre più nella fede e tu hai aderito prontamente ogni qualvolta che si presentava l’occasione; mai ci fu in te un’ombra di dubbio della presenza di Dio durante la “Notte oscura della fede”, perché sapevi bene “Che non si può essere graditi a Dio senza la fede” (cfr Eb 11,6).


A volte sperimentiamo dentro di noi, momenti nei quali pare che non esiste più niente né Dio né gli uomini; ci si sente abbandonati alla deriva delle nostre miserie e della cattiveria umana. Sul labbro e dal cuore escono parole d’amarezza e di incredulità: “Il Signore mi ha abbandonato, il Signore mi ha dimenticato” (Is 49, 14).  Il Signore ci assicura che avremo tribolazioni nel mondo, «Ma abbiate fiducia», ci esorta Gesù
, «Io ho vinto il mondo» (cft Gv 16,33).




La Madre ci viene incontro, e maternamente ci esorta ad avere fiducia in Dio; Lei che è stata provata in ogni cosa più di ogni altra creatura; Lei e solo Lei, ha una voce attiva da dire ad ognuno di noi, suoi figli: «Figlioli, ascoltatemi: Anche se una mamma dimenticasse il suo bambino, il BUON DIO non può dimenticarsi delle sue creature» (cft Is 49, 15).



Redazione Papaboys (Fonte www.cristianicattolici.net)

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