San Ioannes Paulus PP. II

Giovanni Paolo II: speranza sempre presente. Il messaggio di Karol. Lunedì 20 Maggio 2019

Giovanni Paolo II: speranza sempre presente. Il messaggio di Karol. Lunedì 20 Maggio 2019 – Papaboys 3.0

Brano tratto dal libro Lasciatemi andare, La forza nella debolezza di Giovanni Paolo II, Edizioni  San Paolo.

Sapendo che per lui si stava approssimando il tempo di passare all’eternità, d’accordo con i medici aveva deciso di non recarsi all’ospedale ma di rimanere in Vaticano, dove aveva assicurate le indispensabili cure mediche. Voleva soffrire e morire a casa sua

, ri­manendo presso la tomba dell’apostolo Pietro.

L’ultimo giorno della sua vita – sabato 2 aprile –si congedò dai suoi più stretti collaboratori della Curia ro­mana. Presso il suo capezzale continuava la preghie­ra, a cui partecipava, nonostante la febbre alta e un’estrema debolezza. Nel pomeriggio, a un certo mo­mento disse: «Lasciatemi andare alla casa del Padre». Verso le ore 17 furono recitati i primi Vespri della se­conda domenica di Pasqua, cioè della domenica della Divina Misericordia. Le letture parlavano della tomba vuota e della Risurrezione di Cristo, ritornava la paro­la: «Alleluia». Al termine fu recitato l’inno Magnifi­cat e la Salve Regina. Il Santo Padre più volte abbrac­ciò con lo sguardo i presenti del suo più stretto ambien­te e i medici che vegliavano accanto a lui.

Dalla piaz­za San Pietro, dove si erano radunate migliaia di fede­li, specialmente di giovani, giungevano le grida: «Gio­vanni Paolo II» e «Viva il Papa!». Udiva quelle paro­le. Sulla parete di fronte al letto del Santo Padre era ap­pesa in un quadro l’immagine di Cristo sofferente, le­gato con le corde: l’Ecce Homo, che con lo sguardo egli fissava continuamente durante la sua malattia. Gli oc­chi del Papa che si stavano spegnendo si posavano an­che sull’immagine della Madonna di Czestochowa. Su un tavolino, la foto dei suoi genitori.

LA PAROLA DI OGGI DI GIOVANNI PAOLO II

La pace non può regnare tra gli uomini se prima non regna nel cuore di ciascuno di loro.

La grandezza del lavoro è all’interno dell’uomo.

Ricco non è colui che possiede, ma colui che dà, colui che è capace di dare.

Al di fuori della misericordia di Dio non c’è nessun’altra fonte di speranza per gli esseri umani.

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