Giovanni Paolo II, da arcivescovo di Cracovia, era molto legato ai frati francescani e vi andava spesso, a pranzo, per conversare o per la Via Crucis. Il suo amore per i francescani – nato in parte perchè la sua curia si trovava dinanzi la chiesa dei frati, ma anche e soprattutto grazie all’amicizia che aveva con le famiglie francescane.
Non manca poi la sua devozione a un frate francescano conventuale polacco, che lui stesso proclamò Santo e patrono di questo difficile secolo, san Massimiliano Maria Kolbe.
Ma la storia continua, e dopo l’elezione a Pastore Universale della Chiesa, il 16 ottobre 1978, passano appena pochi giorni e al Sacro Convento arriva la notizia che il Papa raggiungerà la nostra comunità per far visita al “più Santo degli italiani, il più italiano dei Santi”
. Di questa amicizia francescana che cresce e si rafforza ricordiamo con commozione quando volle riceverci a pranzo nel suo appartamento in Vaticano, dove confi denzialmente ci disse: “Il mondo ha bisogno di Assisi, il mondo guarda ad Assisi, a san Francesco”. Ma anche quando nel 1986 ci trovammo ad accogliere il Papa per il primo storico incontro con tutti i leader religiosi del mondo. Il Papa si fermò a pranzo da noi e dopo che si accomodarono tutti per l’agape fraterna, ci si accorse all’arrivo di Giovanni Paolo II che il suo tavolo era stato occupato da altri. Ci fu un momento di panico. Il segretario ci disse di prendere un tavolo di servizio e così facemmo e lui, con molta semplicità e con un sorriso benevolente, si sedette e insieme agli altri consumò quel pasto frugale.Un Papa che non solo nasce e cresce francescano, ma muore accompagnato dai nostri confratelli che prestano servizio come confessori di San Pietro all’interno della Città del Vaticano. Loro accompagnano il Papa nel suo ultimo viaggio, dalla cappella Clementina a piazza San Pietro. Un compito che porta a chiamare i nostri frati bussolanti. Ancora una volta i francescani accanto a Giovanni Paolo II, e lui accanto a noi. E’ con questa triplice suggestione che dedico ai nostri lettori una lettura “francescana” di un Papa francescano.
di Enzo Fortunato/www.sanfrancescopatronoditalia.it
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