Promuovere “la dignità di ogni persona umana dal momento del concepimento fino alla morte naturale”: è l’appello di Papa Francesco nel Messaggio inviato per la Giornata che quest’anno in Inghilterra è dedicata al fine-vita. Il Papa parla di un appuntamento “significativo”, che tra l’altro si inserisce nella Campagna promossa dai vescovi inglesi e gallesi in vista del voto alla Camera dei Comuni sul progetto di legge relativo al suicidio assistito, previsto l’11 settembre. La proposta mira a rendere possibile, per i malati terminali adulti, la scelta di porre fine alla propria vita con una specifica assistenza medica.
Papa Francesco più volte è intervenuto sul tema denunciando quella che ha definito “eutanasia nascosta” di tante persone anziane e deboli. “Ogni anziano – afferma – anche se infermo o alla fine dei suoi giorni, porta in sé il volto di Cristo”. La vita umana è sempre “inviolabile”, “non c’è una vita qualitativamente più significativa di un’altra”. Non ci sono vite da scartare. “Il pensiero dominante propone a volte una falsa compassione” che ritiene “un atto di dignità procurare l’eutanasia”. Invece, osserva il Papa, occorre “prendersi cura della persona soprattutto quando è sofferente, fragile e indifesa”.
Francesco ricorda l’opzione della Chiesa per gli ultimi: “per quelli che la società scarta e getta via”. Tra questi deboli “ci sono anche i bambini nascituri, che sono i più indifesi e innocenti di tutti, ai quali oggi si vuole negare la dignità umana al fine di poterne fare quello che si vuole, togliendo loro la vita e promuovendo legislazioni in modo che nessuno possa impedirlo”. “Non è progressista – afferma con forza – pretendere di risolvere i problemi eliminando una vita umana”. E’ il comportamento “dei mafiosi: c’è un problema, facciamo fuori questo …”. E non è “una conquista scientifica ‘produrre’ un figlio considerato come un diritto invece di accoglierlo come dono; o usare vite umane come cavie di laboratorio per salvarne presumibilmente altre”.
“La fedeltà al Vangelo della vita” – sottolinea – “a volte richiede scelte coraggiose e controcorrente che, in particolari circostanze, possono giungere all’obiezione di coscienza”. Non si tratta di “un problema religioso”, come alcuni pensano, spiega il Pontefice: “è un problema scientifico, perché lì c’è una vita umana”. E non è una questione di modernità, perché “nel pensiero antico e nel pensiero moderno, la parola uccidere significa lo stesso!”.
“Il grado di progresso di una civiltà – rileva ancora il Papa – si misura proprio dalla capacità di custodire la vita, soprattutto nelle sue fasi più fragili” e di combattere contro gli attentati alla vita in tutti i suoi aspetti: “È attentato alla vita la piaga dell’aborto. È attentato alla vita lasciar morire i nostri fratelli sui barconi nel canale di Sicilia. È attentato alla vita la morte sul lavoro perché non si rispettano le minime condizioni di sicurezza. È attentato alla vita la morte per denutrizione. È attentato alla vita il terrorismo, la guerra, la violenza; ma anche l’eutanasia. Amare la vita è sempre prendersi cura dell’altro, volere il suo bene, coltivare e rispettare la sua dignità trascendente”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana
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