Domenica 7 giugno – Ti custodisco io

In quel tempo, Gesù entrò in una casa e si radunò di nuovo attorno a lui molta folla, al punto che non potevano neppure prendere cibo. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; poiché dicevano: «E’ fuori di sé». Ma gli scribi, che erano discesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni». Ma egli, chiamatili, diceva loro in parabole: «Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro se stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire le sue cose se prima non avrà legato l’uomo forte; allora ne saccheggerà la casa. In verità vi dico: tutti i peccati saranno perdonati ai figli degli uomini e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito santo, non avrà perdono in eterno: sarà reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «E’ posseduto da uno spirito immondo». Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, lo mandarono a chiamare. Tutto attorno era seduta la folla e gli dissero: «Ecco tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che gli stavano seduti attorno, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre». Marco 3,20-35

Un giorno strano.
Diverso dagli altri giorni.


È un giorno di festa.
Cerco una casa per te.
Preparo una festa per noi.
Attesi da un uomo con una brocca, da seguire, da un uomo con una casa e una sala già pronta.
Tutto è pronto.
Tutti sanno cosa fare.
Solo io non lo sono.
Solo io non lo so.
Ma ho te.
Mi fido di te.
Faccio quello che mi dirai.

Ti attendo amore mio.
Ti attendo dove mi hai detto tu.
Nella sala preparata da altri.
Ti attendo dove vuoi tu.
Vieni presto.
Ho fame.
Ho sete.

Vorrei essere come quella sala.
Già arredata.
Già pronta.
Per te.
Vorrei essere come quel tavolo.
Con il tuo pane.
Con il tuo vino.
Sopra.
Vorrei essere come quel pane e quel vino.
Spezzata dalle tue mani.
Versata dalle tue mani.
Vorrei essere già nel regno di Dio dove mangerai e berrai di nuovo con me.
Dove mangerò e berrò nuovamente di te.

Hanno appena finito di mangiare quello che hai spezzato per loro.
Hanno appena finito di bere quello che hai versato per loro.
Ho sentito le vostre voci cantare.
Ora siete usciti.
Entro in questa sala vuota preparata per te e c’è ancora il tuo profumo.
Questa tavola con il piatto, il calice, vuoti, ha ancora i tuoi segni.
Sento ancora la tua voce che spezza, che versa, il pane e il vino che avevo preparato per te.
È una pasqua di carne e di sangue.
Sei un corpo, una vita, spezzata e versata.
Ti custodisco io, amore mio.
Ti seguo con il pensiero, con tutta l’anima, sul monte degli ulivi.
Ovunque andrai.
Fino al giorno in cui non berrai di nuovo.

Di Don Mauro Leonardi

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