Domenica 7 febbraio – Se mi affido, la mia vita quasi affonda di doni

In quel tempo, mentre, levato in piedi, stava presso il lago di Genèsaret e la folla gli faceva ressa intorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù vide due barche ormeggiate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedutosi, si mise ad ammaestrare le folle dalla barca. Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e calate le reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». E avendolo fatto, presero una quantità enorme di pesci e le reti si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche al punto che quasi affondavano. Al veder questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me che sono un peccatore». Grande stupore infatti aveva preso lui e tutti quelli che erano insieme con lui per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». Tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Luca 5,1-11.

A volte le giornate sembrano finite.
Sembra che sia il tempo di riporre tutto.
Di andare via.
Tutto è finito.
Arriva il buio.
E poi invece arrivi tu.
E chiedi di ricominciare.
Di ripartire.
Di ritentare.
Ma stavolta con te.
E tutto inizia.
Di nuovo.
Di più.
Per sempre.

Tu riempi di parole di Dio il mio cuore.
Tu riempi di amore la mia vita.
Tu riempi di pesce le mie reti.
Ogni mio vuoto con te si riempie.
E trabocca.
E ogni fame, paura, stanchezza, trova il suo senso e la sua fine.

Se ti lascio fare.
Se mi lascio andare.
Se ti amo.
Se mi affido.
La mia vita quasi affonda di doni.
Tu mi chiedi quello che so.
Mi dai quello che mi serve.
Mi prometti ciò che tu mi darai.
Non temo nulla se viene da te.
Nulla.

Di Don Mauro Leonardi


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