Sono le tre visite del Signore all’umanità (Angelus 27 novembre 2016): “La prima visita è avvenuta con l’Incarnazione, la nascita di Gesù nella grotta di Betlemme. La seconda avviene nel presente: il Signore ci visita continuamente, ogni giorno, cammina al nostro fianco ed è una presenza di consolazione. Infine, ci sarà la terza, “l’ultima visita”, l’incontro con Cristo nel Giudizio finale.
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Quello che il Papa ricorda citando il capitolo 25 del Vangelo secondo Matteo: “Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere; ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi ”. Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore.
L’invito di Gesù nel tempo dell’Avvento è a vegliare, a fare attenzione, a non sprecare le occasioni di amore che ci dona: “La persona che fa attenzione è quella che, nel rumore del mondo, non si lascia travolgere dalla distrazione o dalla superficialità, ma vive in maniera piena e consapevole, con una preoccupazione rivolta anzitutto agli altri. Con questo atteggiamento ci rendiamo conto delle lacrime e delle necessità del prossimo e possiamo coglierne anche le capacità e le qualità umane e spirituali”. (Angelus 3 dicembre 2017)
L’Avvento ci fa alzare lo sguardo verso il cielo, ma i piedi sono sempre in terra: “La persona attenta si rivolge (…) anche al mondo, cercando di contrastare l’indifferenza e la crudeltà presenti in esso, e rallegrandosi dei tesori di bellezza che pure esistono e vanno custoditi. Si tratta di avere uno sguardo di comprensione per riconoscere sia le miserie e le povertà degli individui e della società, sia per riconoscere la ricchezza nascosta nelle piccole cose di ogni giorno, proprio lì dove il Signore ci ha posto. La persona vigilante è quella che accoglie l’invito a vegliare, cioè a non lasciarsi sopraffare dal sonno dello scoraggiamento, della mancanza di speranza, della delusione; e nello stesso tempo respinge la sollecitazione delle tante vanità di cui trabocca il mondo e dietro alle quali, a volte, si sacrificano tempo e serenità personale e familiare”. “Essere attenti e vigilanti sono i presupposti per non continuare a ‘vagare lontano dalle vie del Signore’, smarriti nei nostri peccati e nelle nostre infedeltà; essere attenti ed essere vigilanti sono le condizioni per permettere a Dio di irrompere nella nostra esistenza, per restituirle significato e valore con la sua presenza piena di bontà e di tenerezza ”. (Angelus 3 dicembre 2017)
Con il tempo dell’Avvento ricomincia il nostro cammino verso il Signore. Un cammino fatto di gioia ma anche di dolore, di luce ma anche di buio. E il cammino diventa combattimento, è la buona battaglia della fede. Così afferma il Papa: “Dio è più potente e più forte di tutto. Questa convinzione dà al credente serenità, coraggio e la forza di perseverare nel bene di fronte alle peggiori avversità. Anche quando le forze del male si scatenano, i cristiani devono rispondere all’appello, a testa alta, pronti a resistere in questa battaglia in cui Dio avrà l’ultima parola. E questa parola sarà d’amore e di pace!”. (Omelia nella Prima Domenica di Avvento nella Cattedrale di Bangui, 29 novembre 2015)
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L’Avvento ci indica l’essenziale della vita. “La relazione con il Dio-che-viene-a-visitarci dà a ogni gesto, a ogni cosa una luce diversa, uno spessore, un valore simbolico. Da questa prospettiva viene anche un invito alla sobrietà, a non essere dominati dalle cose di questo mondo, dalle realtà materiali, ma piuttosto a governarle. Se, al contrario, ci lasciamo condizionare e sopraffare da esse, non possiamo percepire che c’è qualcosa di molto importante: il nostro incontro finale con il Signore: e questo è l’importante. Quell’incontro. E le cose di ogni giorno devono avere questo orizzonte, devono essere indirizzate a quell’orizzonte. Quest’incontro con il Signore che viene per noi”. (Angelus 27 novembre 2016)
Papa Francesco affida l’umanità a Maria: “La Madonna, Vergine dell’Avvento, ci aiuti a non considerarci proprietari della nostra vita, a non fare resistenza quando il Signore viene per cambiarla, ma ad essere pronti a lasciarci visitare da Lui, ospite atteso e gradito anche se sconvolge i nostri piani”. (Angelus 27 novembre 2016)
Fonte vaticannews.it/Sergio Centofanti
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