Categorie: Pax et Justitia

70 anni dall’eccidio di Sant’Anna, in attesa delle indagini

Sono 70 anni oggi dalla Strage di Sant’Anna di Stazzema, un massacro opera dei nazisti che il 12 agosto del 1944, in poco più di tre ore, trucidarono 560 civili, perlopiù donne, vecchi e bambini. Un eccidio pianificato con l’obiettivo di rompere ogni collegamento fra le popolazioni e le formazioni partigiane presenti nella zona e che a oggi non ha ancora visto la condanna dei colpevoli. Ora, però, si è riaperta la possibilità di un’incriminazione a carico di uno degli autori. Il servizio di Francesca Sabatinelli della Radio Vaticana:

Lo sguardo da Sant’Anna si rivolge alla Germania, perché dopo 70 anni finalmente si possa arrivare alla verità dietro a una strage che, come ricorda il presidente Giorgio Napolitano nel suo messaggio, “ha inorridito il mondo”. Con la riapertura a Karlsruhe di una delle pagine più buie della storia italiana, non saranno solo quei 560 morti, donne, bambini, anziani, ad avere giustizia ma soprattutto la storia. Oggi, i sopravvissuti raccontano che il popolo tedesco l’hanno perdonato, ma ciò che accadde allora, l’indiscriminato sterminio, lo rivedono in quello che accade in altre parti del mondo Ed ecco che tornano i ricordi di chi quel 12 agosto del 1944 rimase completamente solo al mondo, dopo aver visto trucidare genitori, fratelli, zii, nonni a scariche di mitra o con bombe a mano. Corpi sui quali non fu neanche possibile piangere, perché dati alle fiamme subito dopo.

Chi allora uscì vivo dal massacro, oggi riesce ancora ad essere narratore di quei fatti, affinché i giovani, gli studenti, non dimentichino mai che ideologie come quelle fascista e nazista sono state capaci di ammassare cadaveri. Il 2014 segna una svolta, con l’annullamento da parte della Corte federale di Karlsruhe della decisione della procura di Stoccarda di non riaprire le indagini. Delle 10 ex SS condannate in Italia, ma non in Germania, oggi l’incriminazione potrebbe arrivare per uno solo, l’ex ufficiale Gerhard Sommer, all’epoca comandante di una compagnia responsabile della strage, due suoi colleghi non sono stati ritenuti in grado di affrontare il processo, gli altri sono tutti morti. Nel 2005, a La Spezia erano stati condannati all’ergastolo perché, come fu stabilito, si trattò di un atto terroristico premeditato e pianificato in ogni minimo dettaglio, perché la strage di Sant’Anna non fu rappresaglia.

A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana

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