Categorie: Familia et Mens

Carla è distrutta dal divorzio, ma la preghiera e suo figlio l’aiutano a superare lo choc

Due crisi, un tradimento e la fine del matrimonio. La vita di Carla si stravolge, ma un incontro speciale la salva..

Il divorzio arriva dopo la nascita di un bambino che faceva presagire tutt’altro finale per la sua storia. Il suo ormai ex marito sceglie un’altra donna e va a vivere dai suoi genitori. Per Carla (nome di fantasia) quello è il periodo peggiore della sua vita, come lo definisce lei stessa. Inevitabile il divorzio che trascina con sé un trauma psicologico: la donna si fa seguire prima da un terapeuta, poi scopre la comunità per separati e divorziati “La Casa” di Bergamo. E da lì rilancia anche la fede, che aveva annacquato dopo la fine del suo matrimonio.

La storia è riportata in “Dopo l’inverno” (Edizioni Ancora), il libro di don Eugenio Zanetti, fondatore de “La Casa” che raccoglie le testimonianze delle persone che frequentano la comunità. «Conobbi mio marito vent’anni fa – scrive Carla – restammo fidanzati per quattro anni e in questo periodo io capii che oltre ad avere caratteri molto diversi avevamo punti di vista diversi su tante cose, probabilmente dovuti anche agli ambienti familiari in cui eravamo cresciuti».

ESUBERANZA CONTRO TIMIDEZZA

Diverso, ricorda Carla, soprattutto il modo di mettersi in relazione con gli altri: «io insicura, sempre timorosa di dire o fare qualcosa di sbagliato in presenza di altre persone; lui sicuro di sé, spiritoso, sempre al centro dell’attenzione, specialmente quella femminile, pronto alla battuta. Ma lui pareva non accorgersi di questo, anzi alle mie obiezioni mi accusava di essere esagerata, addirittura gelosa».

LEI RELIGIOSA, LUI ESTETA

Diverse sono le convinzioni religiose: «io frequentavo regolarmente la messa, lui solo in occasioni particolari e, più che altro, per “dovere”. Per me la cosa più importante è sempre stata il volersi bene, l’amarsi, l’aiutarsi reciprocamente superando insieme gli inevitabili ostacoli che spesso una vita a due comporta, e questo proprio perché ho vissuto così l’esperienza di matrimonio dei miei genitori. A lui invece interessavano di più le apparenze: la bella casa, i bei mobili, i vestiti firmati…».

MATRIMONIO E FAMIGLIA

Eppure, nonostante queste distanze, l’attrazione è forte. «L’amore che provavo per lui era così forte e intenso che mi convinsi che dopo il matrimonio tutto sarebbe andato per il meglio. Così ci sposammo e l’anno successivo nacque il nostro primo e unico figlio. Io rimasi a casa dal lavoro e mi ritrovai a fare la mamma e la moglie a tempo pieno».

LA PRIMA CRISI E LA RISCOPERTA DELL’AMORE

Il matrimonio sembra funzionare fino alla prima crisi che avviene nell’estate del 1991. «Capii che mio marito si stava allontanando da me, gli parlai e mi disse che si sentiva cambiato nei miei confronti, che sentiva di non amarmi più come prima e di questo si vergognava. Non pensavo certamente che potesse esserci di mezzo un’altra persona e quando lui me lo disse mi crollò il mondo addosso». Nei mesi successivi Carla con pazienza e amore cerca di riconquistarlo e alla vigilia di Natale lui le consegna una lettera nella quale le scrive di riavvertire il sentimento. “Ora so di amarti come e più di prima ed è con te e con nostro figlio che voglio trascorrere il resto della mia vita”.

LA SECONDA CRISI E LA ROTTURA

«Tutto questo – spiega Carla – mi sembrava un miracolo e ringraziai il Signore che ci aveva dato ancora una possibilità. La mia famiglia era di nuovo una famiglia! Così ho creduto fino al settembre del 1999 quando il mio matrimonio subì una nuova crisi. Questa volta, però, mi resi conto quasi subito che la situazione era molto più grave. La prima cosa a cui pensai fu naturalmente che ci fosse di mezzo un’altra donna. Ma alle mie domande in merito la sua risposta fu negativa fino al giorno in cui, ammettendo finalmente la verità, prese le sue cose e tornò da sua madre».

IL TRAUMA DEL DIVORZIO

I mesi successivi sono un incubo per la donna. «Mangiavo poco, dormivo pochissimo e piangevo in continuazione. Ero arrivata sull’orlo dell’esaurimento e solo la presenza di mio figlio mi diede la forza di continuare a resistere». Il quadro s’aggrava perché il divorzio sancisce formalmente la fine di un’unione che Carla credeva fermamente fosse per tutta la vita. Si avvicina a “La Casa”, tramite amici, e la vita comunitaria è un toccasana.

“PRIORITA’ A MIO FIGLIO”

Storie simili alla sua, con divorzi alle spalle, un figlio da crescere, il trauma del tradimento le danno la forza per capire che un futuro, per lei, è ancora possibile. «Probabilmente anch’io non ho fatto abbastanza per ricucire lo strappo che si era creato tra noi durante la prima crisi, o forse non ho avuto più la capacità di credere e di aver fiducia nel nostro amore», dice Carla. Sono passati diversi anni per alleggerire il peso del matrimonio finito. «La preghiera e la consapevolezza che quella non era la storia della mia vita, mi hanno fatto capire che dovevo andare oltre sopratutto per mio figlio. Nel tempo mi sono sentita meglio ma ho deciso di non frequentare altri uomini. La mia famiglia è la Casa, la persona più cara che ho è mio figlio».



Redazione Papaboys (Fonte it.aleteia.org/Gelsomino Del Guercio)

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