La testimonianza che di Giovanni Paolo II dà invece Joaquin Navarro-Valls, suo portavoce per 22 anni, è ricca di aneddoti personali nutriti da un rapporto di vicinanza e intesa profonda. La santità di Wojtyla è raccontata attraverso tre verbi: pregare, lavorare e sorridere. Preghiera che per Wojtila, spiega Navarro Valls, fu “bisogno dell’anima”, nutrita dalle miserie del mondo, e “immagine più eloquente della sua identità”: “Quindi, come per noi è respirare, per lui era pregare: da una parte una naturalezza, dall’altra una intensità e una costanza enorme”. Anche nel lavoro, racconta Navarro-Valls, c’era qualcosa che parlava di santità. Giovanni Paolo II non sapeva perdere un minuto e insieme non aveva mai fretta. Il suo metodo era studiare i problemi mettendoli a confronto con le grandi verità e tenendo sempre presente le persone: “Quando lui cercava di risolvere quei problemi, teneva fisicamente nella sua mente la persona o le persone a cui la soluzione di quel problema sarebbe arrivata… Fossero queste persone state in Papa-Nuova Guinea, a Buenos Aires o a Toronto: non risolveva i problemi con la tecnicità, ma si immaginava la persona o le persone che dovevano vivere la decisione che lui avrebbe preso in quel momento”. La terza dimensione dei questo futuro nuovo santo era l’allegria, il buon umore, spiega ancora Navarro-Valls, che ha senza dubbio le sue radici nella santità perché, dice, non si sarebbe spiegato altrimenti vista la gravità dei problemi che affrontò e le grandi sofferenze che provò. Da qui, la deduzione di una lunga amicizia: “Però, vedendo questo dico: ‘Questa allegria non è fisiologica! Non parte da uno stato dell’animo! E’ piuttosto la decisione, convinta e ragionata, di una persona che veramente crede: ma crede che cosa? Tra l’altro, quelle famose due righe della Bibbia, che sono la prima biografia dell’essere umano che esiste: ‘Dio ha creato l’uomo e la donna a sua immagine e somiglianza’”. Nella conversazione con i giornalisti è emerso anche quanto doloroso fu per Giovanni Paolo II la scoperta dello scandalo degli abusi sessuali nella Chiesa e quanto immediata fu la sua risposta nell’avviare un processo di chiarificazione, che poi sarebbe stato portato avanti da Benedetto XVI. di Gabriella Ceraso