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Violenze contro la fede: in Nigeria trucidati 90 cristiani, in Venezuela uccisi due preti

In due parti diametralmente opposte del mondo, in queste ore si è consumato il martirio di tanti cristiani. In Nigeria, dove i gruppi estremisti islamici, rivendicano la costituzione dello stato islamico del nord Nigeria. I terroristi, cercano in tutti i modi di cancellare la presenza cristiana in quella martoriata terra, per affermare i loro personali interessi politici e religiosi. Non è possibile uccidere in nome di Dio. Chi usa la religione per togliere la vita ai fratelli è figlio delle tenebre. Il Signore vuole la pace e la concordia tra tutti i popoli. Basta odio e violenza. In Venezuela, durante un tentativo di rapina, sono stati uccisi due sacerdoti. Jesús Plaza, 84 anni, e Luis Sánchez, 80, sono stati accoltellati durante la notte nel Colegio Don Bosco della città si Valencia. Un terzo religioso, Juan David Marín, direttore dell’istituto, è sopravissuto al attacco ed è stato ricoverato in una clinica della città, secondo l’informazione dei giornali locali. Le indagine indicano per il momento che si c’è stata una rapina nella struttura dei salesiani. L’ispettore generale dei salesiani in Venezuela, Luciano Stefani, ha scritto in un comunicato che “ieri notte, verso mezza notte, sono entrati nella residenza dei salesiani del Colegio Don Bosco di Valencia due assaltanti che hanno ucciso senza pietà, nelle loro stanze, il padre Jesús Plaza e il fratello Luis Sánchez, e hanno ferito il P. David Marín”.

Attentato in Nigeria. Oltre 90 persone sono state uccise in Nigeria. Si tratta per lo più cristiani, trucidati da uomini armati nel villaggio di Izghe, nel nord-est del paese, hanno dichiarato fonti locali.  La notte scorsa, una formazione jihadista ha attaccato il villaggio di Izghe, nello Stato nordorientale del Borno. I sopravvissuti, molti dei quali cristiani, ancora in stato shock, hanno raccontato alla polizia locale che le vittime sono state sgozzate col machete o uccise a colpi d’arma da fuoco e che gli aggressori, dopo avere saccheggiato alcuni depositi di derrate alimentari, sono fuggiti a bordo di una decina di autovetture fuori strada. Il raid è avvenuto non lontano dal confine con un altro Stato nigeriano del nordest, quello dell’Adamawa, dove molti dei superstiti hanno cercato protezione. Si tratta di una regione in cui vige lo stato d’emergenza, dichiarato dal governo di Abuja per fermare la violenta rivolta della formazione estremista islamica Boko Haram, in corso da quattro anni. Da rilevare che da mercoledì scorso l’aviazione nigeriana, coll’appoggio di reparti della fanteria nelle retrovie, ha avviato un’operazione di bombardamenti a tappeto per snidare gli estremisti nei pressi del villaggio Izghe, nella foresta Sambisa, lungo il confine con il Camerun. Pare dunque che i terroristi abbiamo colpito non solo per intimidire il nemico, ma soprattutto per riproporre sul campo le dinamiche di una guerra asimmetrica che sta causando morte e distruzione. “Una volta il principale target di Boko Haram erano i cristiani ma oggi tutti sono un obiettivo – afferma monsignor Kaigama –. I terroristi attaccano villaggi rurali tradizionali, scuole islamiche, cristiani in chiesa. Loro vogliono sempre cacciare i cristiani dal nord e islamizzare il paese, imporre la sharia e i loro attacchi sono sempre più sofisticati ma nonostante gli sforzi sono impazziti, hanno smarrito ogni logica. Però non riusciamo a fermarli e mi chiedo: come è possibile che questa violenza non abbia fine?”. a cura di Giovanni Profeta

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