Pubblicità
HomeNewsCorpus et SalusVincenzo, la motoretta e l’handicap: 'la fede mi aiuta molto'

Vincenzo, la motoretta e l’handicap: ‘la fede mi aiuta molto’

vincenzoCAMPANIA – TEGGIANO (SA) –  E’ disabile dalla nascita. E da quando è nato vive nel Vallo di Diano, di certo non uno dei contesti territoriali più “aperti” dal punto di vista della socialità. Ma, come si potrebbe pensare, non si è pianto addosso per le tante difficoltà quotidiane, né ha rinunciato a relazionarsi con gli altri. Anzi. E’ parte integrante ed attiva della comunità. E se c’è una presenza certa, soprattutto in occasioni di eventi religiosi, è la sua. Stiamo parlando di Vincenzo Chiurillo, 35enne che abita, con gli anziani genitori, a Teggiano, nella frazione Pantano.

Affetto da handicap motorio, con la sua apposita motoretta si sposta, giornalmente, da un angolo all’altro del paese e non solo. Presenza fissa in occasione di messe e processioni, assiste spesso ad eventi ed incontri politici, anche al di fuori di Teggiano.

Certo, in autunno ed in inverno gli spostamenti sono più problematici ma un pò di pioggia e freddo non sono sufficienti a frenare la sua “voglia di comunità”.

“Per me – spiega – è importante uscire e partecipare a ciò che si organizza. Mi fa sentire bene stare in mezzo alle persone e anche se la maggior parte delle volte mi ritrovo a star da solo, non è un problema. Non è sempre facile, ma non vivo il mio handicap come un peso, perché ho la fortuna di poter uscire ed andare dove voglio. E la fede mi aiuta molto”.

La storia di Vincenzo è davvero particolare. E’ particolare soprattutto quel modo in cui la collettività lo “accoglie”. Perché è vero che troppe volte non si è proprio solidali e che, sbagliando, si danno per scontate troppe cose. Ma la sua forza, agli occhi di tanti, è rappresentata proprio dalla naturalezza di ciò che fa.

La motoretta è una comodità – aggiunge Vincenzo –  Mi permette di spostarmi ed andare ovunque. Naturalmente i problemi possono esserci. Qualche giorno fa, per esempio, non ne ha voluto sapere di partire e sono rimasto bloccato. O in estate, di notte, sono rimasto senza luci in mezzo alla strada. Ma ho subito trovato delle persone che mi hanno dato una mano. La maggior parte delle volte gli altri mi vedono da solo, ma sento l’affetto di molti e in realtà solo non lo sono mai”. Fonte: Cono D’Elia per Ondanews

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome