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Verso dove cammina la Francia?

Continua l’impegno del portale Papaboys a favore della Famiglia, la quale è messa a dura prova dalle continue leggi liberticide approvate dai governi europei, a cominciare dalla Francia. Purtroppo, non tutti i mezzi di comunicazione offrono ai lettori la reale portata degli avvenimenti, che in questi ultimi mesi hanno caratterizzato tensioni nella vita sociale del  grande paese d’oltralpe. Ne parliamo in esclusiva con un esperto molto conosciuto e apprezzato nella rete, don Gabriele Mangiarotti del quale diamo qualche cenno biografico: “sacerdote dal 1973, insegnante di religione dallo stesso anno. Di formazione scientifica (frequentò il Liceo Scientifico S. Vittorio Veneto di Milano), si interessa del rapporto scienza e fede. Ha curato con amici l’edizione del libro Galileo: mito e realtà, giunto alla terza edizione e la mostra sempre sullo stesso tema al Meeting di Rimini del 2000. Dal 1995 è presente in Internet con il sito L’insegnamento della religione cattolica, e dal 2001 con CulturaCattolica.it, (di cui è Redattore responsabile) che ha ormai raggiunto una notorietà a livello nazionale. Con Nicola Incampo ha contribuito alla discussione sul problema dello Stato giuridico degli Insegnanti di religione cattolica. Ha prodotto i DVD di sr. Gloria: Il Codice dell’Amore (vincitore del I premio al Festival Internazionale di Niepokalanov) e L’Agnello mistico. Ora è responsabile del Servizio per l’Insegnamento della Religione Cattolica nella Diocesi di San Marino – Montefeltro. Per rimanere in contatto: @dongabriele”.

Gentile Padre Gabriele, a nome dei lettori e della redazione Papaboys ti ringraziamo per la disponibilità mostrata nel rispondere all’intervista. Domani si celebrerà la giornata della Vita. In tutto il mondo fervono numerosissime iniziative a sostegno della Vita nascente e della famiglia naturale. In modo particolare in Francia, si terrà come in altri paesi europei, una grande manifestazione per la famiglia. Quale è il clima sociale che si respira nel paese d’oltralpe con l’approvazione delle leggi liberticide volute dal governo Hollande? Guardando le notizie che ci vengono dalla televisione e confrontandole con i messaggi via twitter e le confidenze e i racconti di chi vive quotidianamente in loco, sembra di essere di fronte a due paesi diversi. E del resto è quello che accade anche qui in Italia. Il mondo della informazione sembra più deciso a dominare le menti e le coscienze che preoccupato di fare conoscere la realtà. Da questo punto di vista si realizzano le oscure profezie di Qrwell e i racconti del mondo distopico (che del resto abbiamo bene descritto su CulturaCattolica.it). Basterebbe guardare i liberi filmati di Manif Pour Tous per ritrovare volti di un popolo che lietamente e fieramente manifesta il suo amore alla vita, alla libertà, alla dignità del matrimonio e della famiglia naturale. E ci si accorgerebbe che questo popolo dalla lingua mediatica tagliata è un popolo fiero e degno. E ci si accorgerebbe che le reazioni del potere assomiglino nella loro logica al giacobinismo violento e intollerante, dispregiatore del popolo, come è stata molta parte dei rivoluzionari e dei massoni. Su CulturaCattolica.it ho riportato un intervento di un esponente di un gruppo di omosessuali (e non uso volutamente il termine gay) che prendeva le distanze dalla retorica violenta dei de-formatori di notizie.

I Cattolici Francesi in previsione della visita del Presidente francese al Santo Padre Francesco, hanno inviato una lettera per chiedere sostegno contro le posizioni assunte dal governo in materia di famiglia e valori non negoziabili. Quali sono secondo te, i risultati dell’incontro? Se guardiamo ai fatti, beh, il giorno dopo Hollande ha ripudiato la compagna (ma non per una regolarizzazione… quanto per altri amori – e qui la nostra stampa nostrana, così insistente nelle note su Berlusconi, da sembrare fatta da pudiche educande, non ha saputo dire nulla) e se guardiamo al protocollo abbiamo assistito a una maleducazione da manuale. Già Papa Francesco aveva ricordato ai parlamentari francesi che, tra i loro compiti, c’era quello di «abrogare le leggi ingiuste» e spero che questo insegnamento sia stato ricordato e ripreso. Ed eravamo subito dopo l’approvazione della legge Taubira. Del resto proprio il Papa ci ricorda la sua fedeltà alla tradizione, e sappiamo, dalla Dottrina sociale, che una legge ingiusta non ha più valore di legge. Allora speriamo che i francesi – ho poche speranze ed aspettative in Hollande – sappiano fare tesoro di questa costante tradizione della Chiesa.

L’esasperazione delle leggi contro natura, ha portato ad innalzare l’intolleranza nei confronti dei cristiani. Ricordiamo l’assalto alla Chiesa parigina di Sainte Odile, le discriminazioni verbali pronunciate contro i cattolici dal ministro della cultura, e tanti altri episodi di cui non si conosce la gravità ma che sono all’ordine del giorno. Si può parlare di crisi di identità francese? «Francia, che hai fatto della tua fede?». Purtroppo da tempo in Francia, come in altre parti del nostro Occidente, si è dimenticata la tradizione culturale che il cristianesimo ci ha lasciato. Sembra lontana l’epoca dei grandi santi e dei convertiti che hanno dato lustro e vigore a questo popolo. Ricordo quanto un grande convertito, Oliver Clément, diceva anni fa: «La tragedia della storia europea sta nel fatto che il socialismo, in ciò che ha di meglio, non ha realmente incontrato la parte migliore del cristianesimo. Il socialismo… ha sempre ed esclusivamente trovato davanti a sé un viso impaurito dalla vita, privo di qualsiasi dinamismo di trasfigurazione». Forse andare a riprendere la lezione di questi maestri aiuterebbe la Francia e i francesi a ritornare fieri di ciò che ha costruito una grande civiltà. I Veilleurs da questo punto di vista sono un miracolo vivente, e quando li ho incontrati questa estate ho capito che qui sta il seme di novità. Ma un seme ha bisogno i cure, e non di manganelli, minacce e prigioni, con accuse insieme ridicole e infamanti.

I detrattori, fanno risalire ai cattolici le responsabilità del disordine pubblico, additandoli come omofobi, estremisti di destra e tanto altro. Sappiamo però, che nella difesa dei valori naturali non scendono in piazza solo gli “antiquati” cattolici, ma tanta gente di ogni estrazione culturale, religiosa e politica. Come spiega questo fenomeno? Il migliore alleato della verità è il cuore dell’uomo, e non posso pensare che in Francia il potere sia così forte da averlo cancellato. In Italia abbiamo avuto la stagione dei laici non laicisti alleati con i credenti non clericali. Ora questa è l’unica speranza. Del resto è dai tempi di Papa Giovanni che la Chiesa si rivolge agli uomini di buona volontà. In questo senso credo che il «paese reale» sia molto meglio del «paese virtuale», intendendo con questo quanto i mass-media vorrebbero farci credere come consistente. Certo, bisogna che quanti operano nel mondo della comunicazione sappiano da un lato spezzare la catena di omertà e di silenzio dei mezzi laicisti (sostenuti in questo da larghe frange della massoneria, in Francia ben presente ed organizzata) e dall’altro che sappiano fare rete, coordinandosi e rilanciando notizie vere. In questo il web, con Twitter e Youtube, può dare molto aiuto. Finché non verrà imbavagliato.

Domenica scorsa, a Parigi si è svolta la “giornata della collera”, a cui hanno partecipato più di 100.000 manifestanti per le vie della capitale nonostante il freddo e le temperature polari. Come mai i mezzi di comunicazione non hanno dato risalto alla notizia? Bella domanda! A cui ha dato qualche tempo fa risposta Papa Benedetto XVI: «Oggi, in modo sempre più marcato, la comunicazione sembra avere talora la pretesa non solo di rappresentare la realtà, ma di determinarla grazie al potere e alla forza di suggestione che possiede. Si costata, ad esempio, che su talune vicende i media non sono utilizzati per un corretto ruolo di informazione, ma per “creare” gli eventi stessi». E Papa Francesco ha parlato di verità, bontà e bellezza. Che almeno noi non si sia sordi a questi richiami!

Pensi dunque che viviamo dentro una nuova forma di dittatura? I pontefici hanno parlato di «dittatura del relativismo» e basta avere qualcosa da dire che ci si accorge che non è fumo o aria fritta. Dittatura soft ma anche spesso violenta. Lo dicono i fatti di Francia: i giovani multati, picchiati e incarcerati, come lo dicono le gazzarre violente e le campagne intimidatorie nei confronti di chi – qui in Italia – si permette di violare la regola del politically correct. Ho moltissimi amici che hanno subito oltraggi e violenze di ogni tipo.

L’ideologia del gender, ormai sembra l’unica alternativa al costume sociale. In Francia alcuni parlamentari si sono recati nelle scuole per insegnare ai bambini “il nuovo ordine sessuale”. Tanti genitori hanno vivacemente protestato contro tale pratica. Quali prospettive apre questa nuova forma di indottrinamento culturale? Il cammino della dignità. Mi ricordo quanto affermavano i nostri amici nella Russia sovietica, nella Cecoslovacchia comunista e nella Polonia: Vaclav Havel ha scritto un bellissimo testo, ancora oggi attuale (Il potere dei senza potere) e ci ha ricordato che dire la verità non è mai senza conseguenze, anche sociali. E poi ci sono le leggi che gli stati hanno sottoscritto. La Dichiarazione dei Diritti dell’uomo ha affermato il valore assoluto della famiglia nella responsabilità educativa. Come il rispetto per ogni uomo, in qualsiasi condizione e stadio della vita. Ora, sono solo pezzi di carta? Una civiltà degna dell’uomo non può dimenticare che questi principi, se abbandonati o vilipesi, sono la condizione di speranza e umanità. Il gender, come pretesa di autodominio dell’uomo sulla propria vita, non potrà che portare a uno stadio di barbarie che solo l’illusione massmediatica riesce a cancellare e obliterare. Eliot diceva che c’è molto da abbattere e molto da costruire e la Lettera a Diogneto richiamava i cristiani (che hanno portato frutti di autentico umanesimo) che hanno un compito e un posto che non possono disertare.

La Francia è stata riconosciuta da più parti come il paese a più alto tasso di violenza del bacino europeo, a causa delle leggi liberticide varate contro la volontà popolare. Dato allarmante. Basti pensare che qualche giorno addietro il negoziatore della Manif Pour Tous Francia è stato aggredito davanti al commissariato di polizia da 15 sconosciuti. Quale strada in futuro si deve trovare per evitare simili discriminazioni e attacchi di violenza?  A dire il vero sembra che la violenza fiorisca e alligni dove il Cristianesimo ha perso il suo ruolo e la sua presenza. Qui si apre il grave compito della nuova evangelizzazione. Mi auguro che i Pastori sappiano rispondere all’impeto missionario che i papi ci hanno richiamato, e che papa Francesco non si stanca di ripetere. E che sappiano ridire il cuore della fede, sapendo che non è la Chiesa che deve adattarsi ai tempi moderni cambiati, ma che, secondo il suggerimento del Concilio, deve sapere dire le cose antiche in questo nuovo contesto. a cura di  Ornella Felici

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