Pubblicità
HomeNewsCaritas et Veritas'Sono la Vergine della Rivelazione'. Le apparizioni di Roma - III parte

‘Sono la Vergine della Rivelazione’. Le apparizioni di Roma – III parte

Le apparizioni di Roma – III parte – ‘Sono la Vergine della Rivelazione’

Madonna Tre Fontane

Nella seconda parte abbiamo parlato della Serva di Dio Luigina Sinapi e abbiamo lasciato il veggente Cornacchiola confortato dalle parole della Vergine SS.ma. Maria gli rivolge queste parole: «Desidero darti una sicura prova della divina realtà che stai vivendo perché tu possa escludere ogni altra motivazione del tuo incontro, compresa quella del nemico infernale, come molti ti vorranno far credere.

E questo è il segno: dovrai andare per le chiese e per le vie. Per le chiese, al primo sacerdote che incontrerai e per le strade, a ogni sacerdote che incontrerai, tu dirai: “Padre, devo parlarle!”. Se costui ti risponderà: “Ave Maria, figliolo, cosa vuoi”, pregalo di fermarsi, perché è quello da me scelto. A lui manifesterai ciò che il cuore ti dirà e ubbidiscilo; ti indicherà infatti un altro sacerdote con queste parole: “Quello fa per il caso tuo”».


Nei giorni successivi Bruno si mette ricerca di quel sacerdote e ne interpella parecchi; nessuno però gli risponde con le parole indicate dalla Vergine. Finalmente, su consiglio della moglie, decide di rivolgersi al parroco; siccome però questi lo conosce come un acerrimo nemico della Chiesa, non osa andare subito da lui, ma interpella prima un altro prete che officia nella stessa chiesa: questi gli risponde esattamente con le parole che Bruno attendeva e lo indirizza al parroco stesso come alla persona più adatta. Bruno e sua moglie si confessano e si comunicano e rientrano a far parte della comunità parrocchiale, dalla quale da tempo erano usciti. Vale la pena ricordare che il Cornacchiola, insieme con i figli, ripresosi dall’avvenimento mistico prendono in silenzio la via del ritorno a casa. Prima, però, decidono fare una piccola sosta nella chiesa delle Tre Fontane dove Bruno impara da Isola, sua figlia, l’Ave Maria che non ricordava più. Appena ne inizia la recitare si sente muovere da una commozione e da un pentimento profondo; piange e prega per molto tempo. All’uscita dalla chiesa, compra del cioccolato per i suoi figli prodotto dai vicini monaci trappisti e prega loro vivamente di non raccontare a nessuno nulla di quella “strana” storia. I ragazzi però, giunti a casa, non possono trattenersi dal narrare alla loro madre quanto accaduto. La moglie di Bruno riconosce subito il cambiamento del marito e sente il meraviglioso odore che entrambi emanavano; i loro vestiti ne erano quasi impregnati. Iolanda perdona, così, quel marito burbero e violento per tutto quello che le aveva fatto subire negli anni precedenti.

Bruno ha nella sua mente quelle parole: «Sono colei che sono nella Trinità divina. Sono la Vergine della Rivelazione. Ecco, prima di andare via io ti dico queste parole: la Rivelazione è la Parola di Dio, questa Rivelazione parla di me. Ecco perché ho dato questo titolo: Vergine della Rivelazione». Gli tornano spesso! Come una giaculatoria! Cornacchiola trascrisse quelle parole la sera stessa in casa sua, senza sforzarsi di ricordare un messaggio che pure si caratterizzava per la sua prolissità perché, come ebbe a dire, le parole correvano ordinatamente nella sua mente come incise su un nastro;
Seguono, a questa, altre apparizioni. Il 6 maggio, Bruno torna, ancora, alla grotta per ringraziare la Madonna di quanto gli è stato concesso, e di nuovo la Madre di Dio gli appare, sorridente e materna: non parla, ma gli fa capire quanto sia grande la gioia per la sua conversione.

Il messaggio delle Tre Fontane può essere riassunto proprio in questa parola: conversione. La Vergine SS.ma ha voluto ricordare che, per chi crede, non è possibile nessun compromesso con lo spirito del mondo; che chi si dice cristiano non può accettare nessun cedimento nell’annuncio della morale evangelica, nessuna debolezza può essere considerata coerente con la missione della Chiesa. Convertirci vuol dire anche avere il coraggio di scontrarci con la Croce di Gesù che è per noi la più efficace comunicazione del perdono di Dio. La Croce rafforza la nostra fiducia nell’Amore perdonante di Dio. Sotto la Croce una vita lacerata diventa risanata e integra! È questa la più grande misericordia! Oggi più che mani, abbiamo paura di lasciarci toccare dalla Misericordia di Gesù! Lasciarlo passare per le strade dolorose, aride e sterili della nostra esistenza. È finito il tempo in cui ciò che non si vuole ammettere in se stessi deve essere rimosso o represso: alcune forme di spiritualità hanno fatto ammalare, davvero tanti! Spesso si corre il pericolo di lasciar da parte la nostra realtà ed umanità. Vogliamo fare i conti con noi stessi? Bene, è necessario far scorrere la fede nella nostra vita. Solo facendo così possiamo avere vittoria sui nostri peccati, sui nostri limiti, e conoscere la gioia della nostra salvezza e di saperci amati di un amore materno!

Uno dei sacerdoti della chiesa di Ognissanti, don Mario Sfoggia, manifestò al Cornacchiola il personale desiderio di visitare anche lui la grotta. Il 23 maggio, infatti, si recano assieme in quella spelonca divenuta l’anticamera del cielo. I due si inginocchiano vicino al sasso dove la Madonna aveva appoggiato i piedi e cominciano la recita del santo rosario. Bruno risponde regolarmente alle preghiere, ma poi improvvisamente smette di parlare. Allora il sacerdote cerca di capire meglio quanto stava per avvenire, e soprattutto il perché Bruno non parlava, ma mentre sta per farlo, viene investito come da una scarica elettrica che lo blocca, rendendo incapace ogni minimo movimento. Sente Bruno che mormora: «Quant’è bella!… Quant’è bella!… Ma è grigio, non è nero…». «Don Mario, è rivenuta!» gli conferma Bruno. Gli racconta che durante la visione la Madonna aveva posto le sue mani sul capo a tutti e due e poi se n’era andata, lasciando un profumo intenso. Il sacerdote abbraccia Bruno e gli dice: «Bruno, mi sento legato a te!». A queste parole il veggente ha come un sussulto e pieno di gioia riabbraccia don Mario. Quelle parole pronunciate dal sacerdote erano il segno che la Madonna gli aveva dato per indicargli che sarebbe stato colui che lo avrebbe accompagnato dal Papa per consegnargli il messaggio.

Già il Papa! Perché il Papa? (Pio XII aveva manifestato sin da subito un vivo interesse e un immediato favore per questi eventi soprannaturali). La Vergine durante la prima apparizione dopo aver esortato Bruno ad essere «prudente, ché la scienza rinnegherà Dio», gli detta un messaggio segreto da consegnare personalmente alla «Santità del Padre, supremo pastore della cristianità», accompagnato però da un altro sacerdote che gli dirà: «Bruno, io mi sento legato a te». «Poi la Madonna», riferisce, ancora, il veggente, «mi parla di ciò che sta avvenendo nel mondo, di quello che succederà nell’avvenire, come va la Chiesa, come va la fede e che gli uomini non crederanno più… Tante cose che si stanno avverando adesso…

Tre Fontane - Bruno Cornacchiola
Bruno Cornacchiola

Ma molte cose si dovranno avverare…», confortandolo in anticipo per le amarezze cui sarebbe andato incontro raccontando l’apparizione: «Alcuni a cui tu narrerai questa visione non ti crederanno, ma non lasciarti deprimere». Bruno era solito andare alla Grotta e vi s’intratteneva in preghiera. Recitava sovente il santo rosario. Sapeva che quello era stato luogo di peccato, ma si augurava che dopo l’apparizione non lo sarebbe stato più. Invece, da certi segni trovati dentro la Grotta, apprese che quello era ancora luogo di peccato. Amareggiato, scrisse sopra un foglio un accorato appello; fu la stessa Madonna a dettarglielo: «Non profanate questa grotta col peccato impuro! Chi fu creatura infelice nel mondo del peccato, rovesci le sue pene ai piedi della Vergine della Rivelazione, confessi i suoi peccati e beva a questa fonte di misericordia. È Maria la dolce Madre di tutti i peccatori. Ecco, che cosa ha fatto per me peccatore: militante nelle file di Satana, nella setta protestante avventista, ero nemico della Chiesa e della Vergine. Qui il 12 aprile 1947 con i miei bambini, è apparsa la Vergine della Rivelazione, dicendomi di rientrare nella Chiesa Cattolica Apostolica Romana, con i segni e le rivelazioni che lei stessa mi ha manifestato. L’infinita misericordia di Dio ha vinto questo nemico, che ora ai suoi piedi implora perdono e pietà. Amate Maria! È la dolce Madre nostra. Amate la Chiesa con i suoi figli! Ella è il manto, che ci copre nell’inferno che si scatena nel mondo. Pregate molto ed allontanate i vizi della carne! Pregate!».

La Vergine SS.ma ci aiuti a scrivere una nuova antropologia, dove al posto della natura non ci sia la cultura; dove al posto dell’uomo in progress, dell’uomo indistinto, indifferenziato, dell’apolide, del cittadino asessuato, schiavo dell’economia e di questo disastroso nuovo ordine mondiale, ci sia l’uomo pienamente uomo. Intriso di Vangelo. Ci insegni a liberarci da questa «cultura libertaria», che è all’origine di questa società delle pulsioni e dell’io; di questa società egoistica e megalomane da cui proviene l’idea di una libertà irresponsabile e senza limiti.

di Andrea Maniglia

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome