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Vangelo (27 ottobre) Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme

Commento al Vangelo di questo giovedì: Andate a dire a quella volpeLc 13,31-35
Non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme.

In quel momento si avvicinarono alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere». Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”. Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: Benedetto colui che viene nel nome del Signore!».

Delle volpi si serve Sansone per incendiare i campi di grano dei Filistei. Esse servono perché Sansone possa attuare il suo desiderio di vendetta contro i suoi nemici.

Dopo qualche tempo, nei giorni della mietitura del grano, Sansone andò a visitare sua moglie, le portò un capretto e disse: «Voglio entrare da mia moglie nella camera». Ma il padre di lei non gli permise di entrare e gli disse: «Credevo proprio che tu l’avessi presa in odio e perciò l’ho data al tuo compagno; la sua sorella minore non è più bella di lei? Prendila dunque al suo posto». Ma Sansone rispose loro: «Questa volta non sarò colpevole verso i Filistei, se farò loro del male». Sansone se ne andò e catturò trecento volpi; prese delle fiaccole, legò coda a coda e mise una fiaccola fra le due code. Poi accese le fiaccole, lasciò andare le volpi per i campi di grano dei Filistei e bruciò i covoni ammassati, il grano ancora in piedi e perfino le vigne e gli oliveti. I Filistei chiesero: «Chi ha fatto questo?». La risposta fu: «Sansone, il genero dell’uomo di Timna, perché costui gli ha ripreso la moglie e l’ha data al compagno di lui». I Filistei salirono e bruciarono tra le fiamme lei e suo padre. Sansone disse loro: «Poiché agite in questo modo, io non la smetterò finché non mi sia vendicato di voi». Li sbatté uno contro l’altro, facendone una grande strage. Poi scese e si ritirò nella caverna della rupe di Etam (Gdc 15,1-8).

La Scrittura parla ancora delle volpi in altre circostanze. Esse sono animali di danno, di rovina, di devastazione, di guasto. Di sicuro non producono alcun bene.

Jesus_weeps_over_Jerusalem_-_SimonetPrendeteci le volpi, le volpi piccoline che guastano le vigne, perché le nostre vigne sono in fiore (Ct 2, 15). Perché il monte di Sion è desolato; le volpi vi scorrazzano (Lam 5, 18). Tobia l’Ammonita, che gli stava accanto, disse: “Edifichino pure! Se una volpe vi salta su, farà crollare il loro muro di pietra!” (Ne 3, 35).

Erode è detto da Gesù: “Quella volpe”. È persona che cura solo i suoi interessi. Che pensa alla sua corte. Che non ama né Dio e i suoi sudditi. Che segue solo i suoi istinti immorali. Ha potuto uccidere Giovanni il Battista perché era giunto il suo tempo. Nulla può contro di Lui, perché il suo tempo non è giunto ed anche perché Lui può morire solo in Gerusalemme. La sua morte non cade sotto la sua giurisdizione per volontà del Padre. Il Padre così ha deciso è così avverrà.

Gerusalemme è la città che uccide i profeti e lapida gli inviati di Dio. Il Signore più volte per il passato l’ha redenta e salvata. Oggi la misura è colma. Lui lascerà la città per sempre. Ora saranno essi i padroni della loro casa. Dio uscirà per sempre da essa.

Guai a quanti scendono in Egitto per cercare aiuto, e pongono la speranza nei cavalli, confidano nei carri perché numerosi e sulla cavalleria perché molto potente, senza guardare al Santo d’Israele e senza cercare il Signore. Eppure anch’egli è capace di mandare sciagure e non rinnega le sue parole. Egli si alzerà contro la razza dei malvagi e contro l’aiuto dei malfattori. L’Egiziano è un uomo e non un dio, i suoi cavalli sono carne e non spirito. Il Signore stenderà la sua mano: inciamperà chi porta aiuto e cadrà chi è aiutato, tutti insieme periranno. Poiché così mi ha parlato il Signore: «Come per la sua preda ruggisce il leone o il leoncello, quando gli si raduna contro tutta la schiera dei pastori, e non teme le loro grida né si preoccupa del loro chiasso, così scenderà il Signore degli eserciti per combattere sul monte Sion e sulla sua collina. Come uccelli che volano, così il Signore degli eserciti proteggerà Gerusalemme; egli la proteggerà ed essa sarà salvata, la risparmierà ed essa sarà liberata» (Is 31,1-5).

Questa profezia di Isaia si compirà solo quando Israele si sarà convertito al suo Dio.

Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci la verità delle profezie.




Commento a cura del Movimento Apostolico

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