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Vangelo (26 dicembre) Non siete voi a parlare ma è lo Spirito del Padre vostro.

Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro (Mt 10,17-22)Mt 10,17-22
Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro.

In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

La vita del cristiano deve essere tutta impregnata di Spirito Santo. In ogni momento deve sapere riconoscere la volontà di Dio. Cosa vuole da lui in ogni particolare situazione e condizione della sua storia. Se lo Spirito non è in abbondanza sul discepolo di Gesù, mai saprà dove portarsi, condursi, stabilizzarsi, rimanere, andare. Il cristiano è colui che sempre vede secondo Dio. Ne accetta la volontà. Ne vive ogni sua conseguenza. Rimane nella pace. Si rafforza nella speranza. Si offre come vittima ed olocausto d’amore per il compimento della redenzione sulla nostra terra.

Cosa sono gli Atti degli Apostoli se non la descrizione della vita della Chiesa vivente sotto la potente guida dello Spirito del Signore? È lo Spirito di Dio che muove la Chiesa nel suo interno, per farla crescere in santità, al suo esterno, perché possa accrescersi di nuovi figli. Se per un solo istante lo Spirito Santo abbandonasse la Chiesa, questa sarebbe nello smarrimento, nella confusione, nel caos operativo, missionario, di fede, di dottrina, di scienza, sapienza, intelligenza. Sarebbe una Chiesa morta, perché tutta intenta alle opere morte che non danno vita. Invece lo Spirito del Signore soffia su di essa, e le porte del suo carcere spirituale si aprono ed essa comincia la sua missione nel mondo. Quanto è avvenuto a Pentecoste nel Cenacolo, deve avvenire ogni giorno, ogni istante. Sempre lo Spirito si deve riversare su di essa.

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano.
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Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
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Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: «Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell’Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell’Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio». Tutti erano stupefatti e perplessi, e si chiedevano l’un l’altro: «Che cosa significa questo?». Altri invece li deridevano e dicevano: «Si sono ubriacati di vino dolce» (At 3,1-13).

Non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro (Mt 10,17-22)



Il cristiano è chiamato a rimanere cristiano in ogni frangente della sua vita, che non sarà per nulla facile. Sarà tradito, rinnegato, venduto, flagellato, odiato, crocifisso, lapidato, scuoiato, consegnato alle belve, bandito, carcerato, abbandonato. Come farà a rimanere perennemente fedele a Cristo allo stesso modo che Cristo fu fedele al Padre? Il segreto è il suo perenne rimanere nello Spirito Santo, che è per lui parola di difesa, fortezza per il superamento di ogni prova, certezza nella verità, alimento nella fede, carità nell’odio dei suoi fratelli, luce nelle tenebre che si abbattono su di lui.

È lo Spirito di Dio la perenne vita del cristiano. Per questa ragione il cristiano e lo Spirito del Signore mai potranno essere due realtà distinte, divise, separate. Devono formare una cosa sola. Come Cristo Gesù è una cosa sola con il padre e lo Spirito Santo, così il cristiano deve essere una cosa sola con Cristo, e in Cristo, con il Padre e lo Spirito Santo. È Dio la perenne sorgente della vita del cristiano e quando il cristiano è in Dio, è nella vita anche quando è nella morte, nella prigionia, nelle carceri, sotto i flagelli, sotto le pietre. Come Dio è vita sulla croce per Gesù Signore, così sarà vita su ogni croce che il cristiano è chiamato a subire per rendere testimonianza a Cristo.




Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, ricolmateci di Spirito Santo.

Commento a cura del Movimento Apostolico

 

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