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Vangelo 25 Luglio 2019. Potete bere il calice che io sto per bere?

Mt 20,20-28
Il mio calice, lo berrete.

In quel tempo, si avvicinò a Gesù la madre dei figli di Zebedèo con i suoi figli e si prostrò per chiedergli qualcosa. Egli le disse: «Che cosa vuoi?». Gli rispose: «Di’ che questi miei due figli siedano uno alla tua destra e uno alla tua sinistra nel tuo regno». Rispose Gesù: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io sto per bere?». Gli dicono: «Lo possiamo». Ed egli disse loro: «Il mio calice, lo berrete; però sedere alla mia destra e alla mia sinistra non sta a me concederlo: è per coloro per i quali il Padre mio lo ha preparato».

Vangelo
Gli altri dieci, avendo sentito, si sdegnarono con i due fratelli. Ma Gesù li chiamò a sé e disse: «Voi sapete che i governanti delle nazioni dóminano su di esse e i capi le opprimono. Tra voi non sarà così; ma chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo. Come il Figlio dell’uomo, che non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».

Potete bere il calice che io sto per bere?

Gesù cammina, insegna, ammaestra, si rivela, compie miracoli. Ma è come se lui nulla dicesse e nulla rivelasse del suo mistero e della sua verità secondo Dio. Gli uomini sono sordi alla sua voce. Procedono con i loro pensieri di terra per la terra. Per essi vi è un solo modo di essere Messia: secondo Davide, come se il regno di Dio fosse un aggiornamento del regno di Davide e il Messia uno in tutto simile a lui. La profezia fatta a Davide dice solamente che regno e re saranno eterni. Nulla di più. Dopo quella profezia ve ne sono una moltitudine e ognuna di esse rivela e manifesta una verità sul Cristo che verrà.

Il Messia secondo Dio sarà colui che darà compimento a tutte le verità. Una sola verità non lo fa Messia secondo Dio, lo potrà fare Messia secondo il pensiero degli uomini. Ma i pensieri di Dio sono “altissimi”, difficili da cogliere per una mente creata, avvolta dal limite naturale e in più da quello ancora più pesante del peccato. Gesù è immerso nella sapienza dello Spirito Santo e sa come rispondere.

La madre dei figli di Zebedeo si avvicina a Gesù e con mentalità secondo la carne, chiede a Gesù che i suoi due figli, Giacomo e Giovanni, vengano messi al primo posto nel suo regno. Uno deve prendere il posto alla sua destra e l’altro alla sua sinistra. Pensiero mondano sul regno e richiesta modana! Gesù non può spiegare ad una donna che nulla conosce di Lui il suo divino ed umano mistero, la sua missione di salvezza. Opera per una distinzione. Lui può dare solo ciò che è di sua competenza. Può dare loro il suo calice perché lo bevano, cioè il suo martirio. Questo può dare e questo di certo lo darà.

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Non può però assegnare nessun posto. Non può stabilire chi è primo e chi è secondo. Chi deve andare a destra e chi a sinistra. Questo potere il Padre lo ha riservato alla sua scelta. È dalla sua sola volontà, nella quale mai vi saranno interferenze, assegnare i posti, le mansioni, i ministeri. È dello Spirito Santo dare ad ogni persona il suo personale, speciale carisma, perché il ministero ricevuto possa essere vissuto con una eccellente fruttificazione. Ma basta questa spiegazione a mettere pace nel cuore dei discepoli? Non sognava ognuno di essi il primo posto?

Gli altri dieci ascoltano le parole della madre dei figli di Zebedeo, non prestano alcuna attenzione alla risposta di Gesù. Se avessero compreso le parole del Maestro, di sicuro ci sarebbe pace nei loro cuori, dal momento che tutto è dal Padre e nulla da Gesù Signore. Gesù interviene e rassicura i cuori di tutti. Prima di ogni cosa il regno di Gesù non è un regno alla maniera dei regni della terra. Questi sono regni nei quali regnano l’oppressione e il dominio da parte di quelli che governano.

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Loro non sono chiamati a comandare perché il regno è diverso. Quello di Gesù è un regno nel quale solo si serve. Ma per servire ci si deve porre all’ultimo posto. Desiderare il primo posto è già costruire un regno diverso, non di Dio. Sarà il primo chi prenderà l’ultimo posto e si farà il servo di tutti. In questo servizio, Gesù dona se stesso come modello. Lui non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la vita in riscatto per molti.

Così si vive nel regno di Dio che Lui riedificherà sulla terra. Queste sono le sue leggi e sono di vera liberazione per tutti, perché il primo posto è uno, l’ultimo posto invece è infinito.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, dateci l’ultimo posto in Cristo. Fonte www.lachiesa.it

Commento a cura del Movimento Apostolico

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