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Vangelo (21 dicembre) A cosa devo che la madre del mio Signore venga a me?

362061953Lc 1,39-45
Benedetta tu fra le donne

In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.  Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.

Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo

Sono molti oggi, tra i cristiani, che si preoccupano o si lamentano che, pur lavorando alacremente nella vigna del Signore, nessuno si apre al vero mistero di Cristo Gesù e neanche intendono riconoscere il mistero del cristiano, portatore nel mondo del mistero di Gesù Signore.

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Il problema della conoscenza della verità del cristiano esiste, è reale, non è immaginario, fittizio, di pura fantasia. Esso va risolto secondo le regole di Dio, non secondo le regole del mondo, dell’uomo.

Le regole di Dio sono semplicissime. Quelle dell’uomo sono di una perenne invenzione di cose nuove, con il fine di attrarre persone. Ma le persone dalle cose mai potranno essere attratte al mistero. Le cose attraggono alle cose. Il mistero attrae al mistero. Dio attrae a Dio, il mondo attrae al mondo.

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Cristo attrae a Cristo. lo Spirito attrae allo Spirito. Il problema non si risolve fuori dell’uomo, ma nell’uomo. La cosa nuova che l’uomo dovrà sempre procurarsi di portare con sé è il cuore nuovo, santificato dallo Spirito Santo, costituito dimora delle Beata Trinità.

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È il cuore abitato dalla Beata Trinità che attrae a Cristo, al Padre dei cieli, allo Spirito Santo. È lo Spirito Santo che abita nel cuore che attraverso la Parola di chi lo porta entra nel cuore dell’altro, illumina la sua mente, rende sapienti i suoi pensieri, in un istante e fa sì che egli si apre al mistero di cui si è portatori. Se il mistero è però fuori di noi, mai l’altro si potrà aprire ad esso. Manca in noi lo Spirito Santo che crea la sua e la nostra verità nel cuore di chi ascolta. Senza lo Spirito Santo non c’è accoglienza della nostra verità che portiamo, perché noi di verità non ne portiamo alcuna. È dal nostro Spirito Santo che l’altro entra nel mistero, diviene cantore dell’opera di Dio. Se leggiamo il Vangelo notiamo che quanti si incontravano con Cristo, dallo Spirito di Cristo venivano conquistati, e cantavano lodando Dio per le grandi opera che il Signore faceva attraverso il suo Cristo. La sequela di Cristo è il frutto della potenza dello Spirito Santo che abitava in Lui. Questa verità è così rivelata dal Vangelo.

Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento» (Lc 3,21-22). Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode. Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore. Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato» (Lc 4,14-21).

La Vergine Maria è ricolma del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo. Il suo trabocca di Dio. Il Dio che trabocca da Lei si posa su Elisabetta ed in un istante le viene svelato tutto il mistero di Maria. Anche il bambino che è nel grembo ne viene ricolmato.

O lo Spirito Santo e tutta la Beata trinità traboccano dal nostro cuore, oppure mai nessuno per noi sarà attratto al mistero. Siamo noi senza mistero e nessuno potrà andare a Dio attraverso di noi. La nostra povertà di Dio è anche povertà pastorale.



Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci traboccanti di Dio.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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