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Vangelo 16 Maggio 2019. Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

Gv 13,16-20
Chi accoglie colui che manderò, accoglie me.

[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: “Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno”. Ve lo dico fin d’ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

Vangelo
Chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato

Il Padre manda il suo Figlio unigenito nella potenza dello Spirito Santo. Il Figlio accoglie tutto il Padre e lo Spirito nel suo cuore, nella sua mente, nei suoi desideri nella sua volontà. Viene a noi con la Parola del Padre e la verità, sapienza, intelletto, consiglio, fortezza dello Spirito Santo. Viene pieno di Dio e del suo Santo Spirito. Dopo aver rivelato il Padre nello Spirito Santo e compiuta la redenzione per la salvezza dell’umanità, affida la sua missione ai suoi Apostoli.

Essi dovranno andare nel mondo con nel cuore Cristo Gesù, che è pieno del Padre e dello Spirito, colmandosi essi stessi ogni giorno sempre più del Padre e dello Spirito Santo e conformandosi a Cristo Signore fino ad essere perfetta sua immagine in mezzo ai loro fratelli, allo stesso modo che Cristo era vera presenza del Padre in mezzo agli uomini. Gli Apostoli sono mandati in mezzo a tutti i popoli, presso tutte le gente. Come Cristo ha portato il Padre e ha dato il Padre perché fosse accolto, così i discepoli devono portare Cristo e dare Cristo perché venga accolto. Cristo si accoglie, accogliendo i discepoli come veri portatori di Cristo, veri datori della sua Parola, della sua grazia, della sua verità.

Questo grande mistero di accoglienza oggi sembra essersi capovolto. Non è più l’uomo che deve accogliere Cristo portato dal discepolo, ma è il discepolo che deve accogliere l’uomo che viene a Lui, ma non per ricevere Cristo, ma un qualche bene materiale necessario per la sua vita. Si comprende che così agendo ci si pone fuori della vera accoglienza evangelica. Questa è finalizzata ad accogliere il discepolo che porta Cristo, perché, accogliendo Cristo che porta il Padre, si accolga il Padre nel suo mistero e volontà di salvezza eterna per ogni uomo.

Se il Padre non viene accolto, a nulla serve ogni altra accoglienza. L’uomo rimane senza alcuna salvezza eterna. Se ogni altra accoglienza la possono fare gli altri uomini, l’Apostolo del Signore, dovendo vivere di purissima obbedienza a Colui che lo ha mandato, sempre prima deve farsi precedere da Cristo e poi giungere lui. Significa che mai dovrà omettere il dono di Cristo Gesù. Questo dono va dato in modo esplicito, chiaro, invitando alla conversione e alla fede nel Vangelo. Chiedendo che ci si lasci battezzare per nascere da acqua e da Spirito Santo in modo da entrare nel regno dei cieli.

L’Apostolo del Signore sempre deve sapere che per lui mai potrà esistere né misericordia, né pietà, né compassione, se non sono mirate al dono di Cristo. Il dono di Cristo va fatto secondo le regole date da Cristo, mai per immaginazione, pensiero, fantasia, volontà del proprio cuore. Oggi purtroppo si è abolita l’obbedienza alle regole di Cristo e si accoglie secondo regole antropologiche senza nessun riferimento né alla salvezza, né a Cristo, né al Padre.

Vangelo
L’Apostolo mai si dovrà presentare da uomo tra gli uomini. Lui è presenza visibile di Cristo, come Cristo è presenza visibile del Padre. Come Gesù è presenza visibile del Padre perché Lui è pieno del Padre, la sua vita è tutta data al Padre perché il Padre si manifesti al mondo per mezzo di Lui, così la vita dell’Apostolo deve essere data tutta a Cristo, perché Cristo si manifesti e si riveli, si doni, converta, salvi per mezzo di lui.

Quando la vita dell’Apostolo non è più tutta di Cristo, neanche è sotto la conduzione e mozione dello Spirito Santo. È allora che lui, privo del vero Cristo, adoratore di un falso Cristo e un falso Dio, si presenta al mondo da uomo tra gli uomini. È questa vera caduta nella più nera e triste tentazione. L’Apostolo del Signore non ha dato la vita agli uomini, ma a Cristo. L’obbedienza alla Parola di Cristo è la verità del suo dono.

Madre di Dio, Angeli, Santi, fateci pieni di Cristo, per dare Cristo vita del mondo.

Commento a cura del Movimento Apostolico

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