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Una ‘svolta’ storica. L’Afghanistan è stato consacrato al Cuore Immacolato di Maria

Per la prima volta un paese musulmano, focolaio dell’Islam radicale, è stato consacrato al Cuore Immacolato di Maria, in occasione del centenario dell’ultima apparizione della Madonna a Fatima.

La cerimonia si è tenuta presso la cappella della nostra ambasciata a Kabul, con la presenza del primo consigliere dell’Ambasciata d’Italia e del cappellano della base NATO. Presenti anche tutte le suore della missione, fra le quali la nostra consorella suor Mariammal, e tanti fedeli.

Inoltre, «molti, in ogni parte del mondo, erano uniti spiritualmente con noi», racconta padre Giovanni Scalese, ordinario della missione “sui juris” dell’Afghanistan, il sacerdote barnabita già missionario in India e nelle Filippine:

«Quest’anno è il centenario di Fatima, oggi è l’anniversario dell’ultima apparizione: perché non consacrarci, come individui e come comunità cristiana, e consacrare questo paese al Cuore Immacolato di Maria per ottenere la sospirata pace?

Ci spinge la convinzione che le situazioni più difficili e intricate si possano risolvere da un momento all’altro, senza il minimo sforzo umano. Chi dirige la storia è al di fuori dalla storia. (…) Viviamo un momento storico importante, la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria ci aiuta a vivere il nostro tempo in maniera più consapevole e nella totale disponibilità alla volontà di Dio.»

La situazione dei cristiani in Afghanistan è molto angosciosa. Il paese non riconosce alcun cittadino afgano come appartenente al cristianesimo, legalmente non gli è consentito di convertirsi.






I musulmani che cambiano fede commettono il crimine di apostasia. Ci sono alcuni casi di conversione ma solo in segreto; e comunque i convertiti al cristianesimo rimangono giuridicamente musulmani.

C’è solo una chiesa legalmente riconosciuta in Afghanistan, che si trova all’interno del quartiere diplomatico, e non è aperta ai cittadini locali.

Preghiamo per i cristiani perseguitati o non liberi di professare la loro fede.




Fonte: “La Voce”, delle Figlie si S. Maria della Provvidenza, Anno LXI, n. 6/2017

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