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UN MIRACOLO NEL SALENTO: Questa è la storia a lieto fine di nostra figlia Federica!

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Care Amiche ed Amici, per la maggior Gloria di Dio, Vi preghiamo di leggere e condividere questa nostra Testimonianza affinchè il messaggio di Fede e di Speranza contenuto in essa, per la difesa della vita sin dal momento del concepimento, possa raggiungere quante più persone possibile!

Vi abbracciamo e ringraziamo con tutto il cuore

Mio marito ed io ci siamo sposati nel 2001. Il primo figlio che il Signore ci ha donato è un maschietto, Simone, ed è nato nel 2004. Nel febbraio 2006, in seguito ad un ritardo, feci il test di gravidanza e il risultato fu positivo: ero incinta per la seconda volta.

Noi desideravamo un altro figlio, eravamo felicissimi di questa nuova gravidanza e speravamo che ora il Signore ci donasse  una femminuccia.

UN FULMINE A CIEL SERENO

Però, al 5° mese di gravidanza ecco arrivare un fulmine a ciel sereno. Il 30 giugno 2006 ci recammo dal mio ginecologo per fare l’ecografia morfologica. Aspettavamo con ansia questo momento per poter sapere il sesso del bimbo.

Quindi, il dottore iniziò a fare l’ecografia e a descrivere ciò che vedeva. Anche noi, mano nella mano, vedevamo ciò che vedeva lui attraverso un altro monitor collegato all’ ecografo. Fino a quel momento tutto bene. Ora restava da controllare solo la testa, conoscere il sesso del bimbo, e poi potevamo tornare a casa.

Ma quando il dottore iniziò a controllare la testa, subito la sua espressione serena e sorridente divenne preoccupata. Capimmo subito che c’era qualcosa che non andava. Alle nostre domande il dottore rispose che “la testa del feto era più grande della norma, e che dovevo fare una ecografia di II Livello”.

Ma a noi quella risposta “sfuggente” non bastava; volevamo sapere subito, e nei dettagli, il problema di nostro figlio. Pregammo il dottore di dirci subito tutta la verità, e dopo varie insistenze lo fece. La diagnosi fu questa: nostro figlio era affetto da due gravissime malformazioni al cervello. Era affetto da Ventricolomegalia (meglio conosciuta come idrocefalo – che significa “acqua in testa”)  e da Agenesia del Corpo Calloso (che significa“non nascita – o assenza” del corpo calloso).

Chiedemmo al dottore il sesso del bimbo: era una femminuccia!.

COS’È LA VENTRICOLOMEGALIA

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Per Ventricolomegalia si intende la dilatazione dei ventricoli cerebrali ed è causata dall’ aumento del liquido cerebro-spinale presente in essi (il liquido cerebro-spinale serve a permeare, nutrire, lubrificare e proteggere le strutture cerebrali).

I ventricoli cerebrali sono 4 cavità collocate all’interno dell’encefalo e comunicanti tra loro (vedi foto). Vengono distinti in: primo e secondo (detti ventricoli laterali – LV), contenuti all’interno degli emisferi cerebrali; il terzo ventricolo contenuto nel diencefalo (3V); il quarto ventricolo contenuto nel romboencefalo (4V).

Il liquido cerebro-spinale viene prodotto prevalentemente nei 2 ventricoli laterali e da qui, attraverso i “forami di Monro”, passa nel 3° ventricolo da dove passa, attraverso l’ “acquedotto di Silvio”, nel 4° ventricolo da dove passa, attraverso le aperture laterali e medie “di Luschka e di Magende”, nell’area subaracnoidea del cranio e nella colonna vertebrale, per essere poi riassorbito dai villi aracnoidei.

Se il liquido cerebro-spinale non defluisce (questo può succedere o a causa di un ostruzione ai “forami di Monro”, o a causa di un ostruzione all’ “acquedotto di Silvio”, o a causa di difetti nel riassorbimento) i ventricoli  si gonfiano nel cervello come “palloncini”, fanno pressione sul cervello e, in modo più o meno grave a seconda dei casi, ne compromettono le funzioni cognitive e psicomotorie.

Per “sgonfiare” i ventricoli si può intervenire soltanto con la neurochirurgia: o si interviene direttamente sull ’ostruzione che impedisce il corretto flusso del liquido o si realizzano sistemi di derivazione che per mezzo di una valvola e di un tubicino normalizzano la pressione dei ventricoli deviando il flusso liquorale dalle cavità ventricolari ad un’altra parte del corpo (atrio cardiaco destro e soprattutto peritoneo).

COS’È L’AGENESIA DEL CORPO CALLOSO

Per Agenesia del Corpo Calloso (ACC) si intende l’assenza (agenesia) congenita del corpo calloso. Il corpo calloso interconnette bilateralmente gli emisferi cerebrali affinché comunichino tra di loro. I manuali di embriologia umana ci dicono che le fibre del futuro corpo calloso cominciano a svilupparsi (neuroblasti) nell’embrione quando il feto è all’incirca al 3° mese e mezzo. Al 5° mese, il feto di solito ha un corpo calloso con la forma e le caratteristiche anatomiche che si trovano tipicamente nell’adulto.

I segni clinici dell’Agenesia del Corpo Calloso sono più o meno gravi a seconda dei casi: ci sono casi in cui l’ACC è asintomatica, altri in cui causa ritardo mentale (a volte anche grave) e/o epilessia. 

PER FEDERICA NON C’ERANO SPERANZE!

Il dottore ci disse che la Ventricolomegalia di nostra figlia era gravissima (il ventricolo più gonfio presentava una dilatazione di 2,2 – 2,3 cm – e per comprendere meglio la gravità del caso di nostra figlia basti pensare che gran parte dello spazio riservato agli emisferi cerebrali era invece occupato dal liquido cerebro-spinale); e a peggiorare il quadro clinico era presente anche l’ Agenesia del Corpo Calloso.

Quindi, il dottore ci consigliò l’ABORTO perchè per poter intervenire chirurgicamente dovevamo aspettare che la bambina nascesse, ma sarebbe stato ormai troppo tardi, in quanto  “l’intervento neurochirurgico dopo la nascita, sarebbe servito soltanto a non far peggiorare una situazione che ormai era già irrimediabilmente compromessa. La bambina CERTAMENTE sarebbe stata cerebrolesa e CERTAMENTE avrebbe avuto serissimi problemi psicomotori (problemi riguardanti i rapporti reciproci tra funzioni motorie, sensoriali e cognitive), forse avrebbe vegetato, forse addirittura sarebbe morta poco dopo la nascita.

LA MIA GRANDE DISPERAZIONE

Le parole del ginecologo trafissero il mio cuore come una spada; andai via dal suo studio con le lacrime che scendevano a fiumi.

Mio marito, forte della sua grande fiducia in Gesù e in Maria, era incredibilmente sereno e mentre tornavamo a casa cercava di farmi forza dicendomi di stare tranquilla perché Dio è Padre e ci ama di un amore immenso…  che Dio non permette che tu abbia una Croce più grande di quella che puoi umanamente sopportare… che avremmo affrontata la Croce appoggiandoci alla preghiera … che la sofferenza ha un valore enorme, che produce frutti spirituali per se e per gli altri … che Gesù e la Madonna certamente ci sarebbero stati vicini … e soprattutto, che Cristo mi avrebbe dato lo Spirito e la forza per affrontare tutto…

Ma quale Signore?! Quale Madonna?! Ma quale Padre! Perché proprio a me questa sofferenza?! A differenza di mio marito, io non avevo mai fatto un serio cammino di fede; non conoscevo il valore della sofferenza; Gesù e la Madonna li credevo e sentivo lontani e pensavo: “Non è vero che mi aiuteranno perché ormai per me hanno deciso così!”, quindi, ero disperata e respingevo con rabbia tutto ciò che mio marito mi diceva a loro proposito per consolarmi.

Subito presi in considerazione la possibilità di abortire e, quindi, subito iniziarono gli scontri con mio marito che era contrario.

LA POSIZIONE DEI MIEI FAMILIARI

Misi subito al corrente i miei famigliari riguardo alla malformazione di mia figlia, ed essi, spaventati dalla croce che avrei dovuto sopportare, presero con fermezza la stessa posizione dei medici: “per il bene della mia famiglia e per il bene di mia figlia bisognava assolutamente interrompere la gravidanza!”.

Anche mio suocero era d’accordo con i miei famigliari, mia suocera, invece, non si pronunciò e disse che era una decisione che spettava soltanto a noi.

LA CONFERMA DEI MEDICI

SPERANDO CHE IL DOTTORE AVESSE SBAGLIATO DIAGNOSI, NELL’ ARCO DELLA STESSA SETTIMANA MIO MARITO MI ACCOMPAGNÒ A FARE ALTRE ECOGRAFIE (di II livello), DA DUE ESPERTI GINECOLOGI.

Purtroppo, però, stessa diagnosi e stessi consigli: “Ventricolomegalia di grado severo” (dilatazione ventricolo peggiore 2,2 – 2,3 cm) e “Agenesia del Corpo Calloso”; “per poter intervenire chirurgicamente dovevamo aspettare che la bambina nascesse, ma sarebbe stato ormai troppo tardi, l’intervento dopo la nascita sarebbe servito soltanto a non far peggiorare una situazione che ormai era irrimediabilmente compromessa. La bambina avrebbe avuto certamente seri problemi psicomotori, forse avrebbe vegetato, forse sarebbe morta poco dopo la nascita”. Unica soluzione consigliata: L’ABORTO.

LA DISCUSSIONE TRA MIO MARITO ED IL DOTTORE

Quando lo specialista che mi fece la terza ecografia ci consigliò l’aborto, mio marito gli rispose che per fedeltà a Cristo e per rispetto della vita umana era contrario e che la sua decisione era quella di tenere la bambina nonostante tutto.

A questo punto tra il dottore e mio marito nacque una breve discussione. Il dottore, sentendo la risposta di mio marito, rispose indispettito: “Sei un egoista se pur di sentirti in pace con la tua coscienza sei disposto a far nascere una bambina disabile che a causa della tua scelta soffrirà per tutta la vita! Se mai tua figlia avrà un minimo di intelligenza ti odierà per averla fatta nascere così! Anch’ io sono cristiano, ma ti assicuro che anche Dio, in questi casi, ammette l’aborto!”.

Mio marito rispose: “Nulla sfugge al controllo di Dio. Dio non sbaglia mai. Se mia figlia è malformata è perché Dio ha permesso che fosse così! Ogni cosa che Dio compie o che permette che accada nella nostra vita è sempre per il nostro bene, anche quando ci troviamo davanti a situazioni difficili che non  riusciamo a comprendere. E se Dio, che ama tanto gli uomini da aver sacrificato la sua stessa vita per noi sulla croce e che ama mia figlia certamente più di me, reputa opportuno per il suo e per il nostro bene farla nascere disabile, chi sono io ad oppormi al suo disegno d’amore?!”

Io ascoltavo in lacrime la loro discussione e lo specialista, vedendo mio marito così determinato a tenere la bambina e me molto indecisa e spaventata, ignorò lui e disse a me che avevo solo pochi giorni per decidere se fare o meno l’ aborto terapeutico, dopo i quali, per legge, non sarebbe stato più possibile.

LE FORTI PRESSIONI DI TUTTI  E GLI SCONTRI CON MIO MARITO

Quei pochi giorni che avevo per decidere furono giorni lunghissimi e di fortissimi scontri con mio marito; tutta la mia disperazione, la mia rabbia, le mie paure, le sfogavo su di lui che era determinato a tenere la bambina.

Anche il mio cuore mi diceva di farla nascere, ma il poco tempo che avevo a disposizione per riflettere su che vita avrei fatto a causa di questa scelta, la paura della croce e le fortissime pressioni da parte dei miei famigliari affinché abortissi, spingevano la mia volontà più sul non farla nascere… erano tante le scuse che cercavo pur di mettere a tacere la voce della mia coscienza… ma quando pensavo di abortire nel mio cuore sentivo bruciare l’Inferno e piangevo disperatamente perchè erano già cinque mesi che la portavo in grembo, era mia figlia, e le volevo già un mondo di bene.

L’AIUTO DI MIO MARITO

Per aiutarmi a prendere con consapevolezza l’unica decisione giusta, mio marito mi propose di andare a chiedere consiglio dalle uniche persone che in questi casi possono dare dei giusti consigli: dai Ministri di Gesù. Accettai. Quindi, mi portò da 3 Sacerdoti (santi) di nostra conoscenza e da un Padre esorcista dell’Ordine dei Frati Minori Rinnovati.

Don Fernando Vitali (Racale)

Don Antonio Mergola (Cappella dell’ Ospedale di Casarano)

Don Giovanni Chirivì (Torre Suda)

Padre Benedetto (S. Maria del Casale – Ugento).

Quest’ultimo, nel 2003, guidò mio marito nei primi passi della sua conversione e da allora sono rimasti sempre in contatto; mio marito gli è davvero molto legato.

Ricordo come se fosse ieri che Padre Benedetto impose le sue mani sante su di me e sul pancione e FECE UNA SPECIALE PREGHIERA DI BENEDIZIONE A ME E ALLA BAMBINA! Subito nel mio cuore scese tanta pace.

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>>> http://araldidellaregina.altervista.org/miracolo-questa-e-la-storia-a-lieto-fine-di-nostra-figlia-federica/
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