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Un nuovo giorno di ‘miracolo’ per Alfie. Come Gesù Bambino, lotta contro gli Erodi dei nostri tempi

Alfie è un piccolo miracolo vivente, che ha passato la seconda notte della sua nuova vita abbracciato da mamma e papà, sconfiggendo, con la forza di un leoncino, tutti i suoi nemici, primi fra tutti, i Re Erodi inglesi di questi nostri tempi.

L’aereo è pronto per partire, per portare Alfie a Roma e consentire un tentativo, al “Bambino Gesù”, di nuovi protocolli medici.

I genitori di Alfie Evans hanno annunciato nella notte un nuovo ricorso in appello contro la decisione di ieri del giudice dell’Alta corte britannica Anthony Hayden di dire ‘no’ al trasferimento del piccolo da Liverpool a un ospedale italiano. L’appuntamento è per oggi pomeriggio. Papà Tom fa intanto sapere che il bimbo “continua a lottare” e ora respira bene malgrado il distacco dalla ventilazione assistita, mentre conferma che ieri notte lui e mamma Kate hanno dovuto praticargli inizialmente anche la respirazione bocca a bocca.

E’ un altro muroscrive il quotidiano della Cei Avvenire –  l’ennesimo, quello che Alfie e i suoi genitori devono ancora superare. Al termine della convulsa giornata che ha seguito il distacco delle macchine per i supporti vitali del bambino, l’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool ha diffuso una preoccupante nota nella quale, in pratica, conferma di voler trattenere il piccolo a tempo indeterminato. Cioè, fin quando cesserà di vivere. «Questa sera – si legge nella nota dell’ospedale pediatrico – l’Alta Corte ha nuovamente deciso che è nel miglior interesse di Alfie continuare con il piano per le cure di fine vita sviluppato dal team clinico che si è preso cura di lui. La nostra priorità rimane assicurare che Alfie riceva la cura che merita per garantirgli che siano mantenuti sostegno, dignità e privacy. Ciò include che si lavori a stretto contatto con Kate e Tom (genitori del bambino, ndr) mentre passano questo tempo prezioso insieme a lui. Saremmo grati se fossero mostrati rispetto e considerazione a tutto il nostro staff, ai pazienti e alle famiglie in questo momento difficile». Un linguaggio che rivela la radicale incomunicabilità rispetto a ciò che la famiglia sta realimente sperimentando (e comunicando lungo tutte queste interminabili giornate di sofferenza). Si annuncia inevitabilmente un nuovo ricorso dei legali di Tom e Kate contro la sentenza con la quale l’ospedale è stato lasciato libero di scegliere il da farsi: quella che sembrava la soluzione diplomatica al caso si sta infatti rivelando un altro vicolo cieco nel quale l’ospedale di Liverpool si chiude senza considerare la mano tesa del Bambino Gesù di Roma. Il ricorso dovrà per forza avere carattere d’urgenza, viste le condizioni estremamente precarie di Alfie, la cui vita continua a essere appesa a un sottilissimo filo.
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La dignità di Alfie dà speranza tra udienze farsa e vittimismo scrive Benedetta Frigerio sulla Nuova Bussola Quotidiana. Durante l’udienza di ieri è stato grottesco sapere di un medico che parlava di «paura» tra i suoi colleghi. Siamo al paradosso per cui chi, come il papà di Alfie, sta subendo un’ingiustizia palese, viene dipinto come un rozzo della classe popolare che offende gli educatissimi boia. Dopo questa ennesima tappa di un processo violento e ingiusto, verrebbe naturale sbraitare o arrendersi di fronte alla perfidia dell’astuzia vittimista. Ma Thomas e Kate ci hanno insegnato un’altra strada, più dignitosa:«Alfie è vivo e finché non smette di lottare, noi non smettiamo».

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A cura della Redazione
di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys

 

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