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Udienza Generale sul Viaggio in Turchia. Papa Francesco: la strada della pace è il dialogo

Udienza Generale sul Viaggio in Turchia. Papa Francesco: la strada della pace è il dialogoLa strada della pace è il dialogo“. Papa Francesco lo ha ribadito questa mattina, ricevendo nella sala attigua all’Aula Paolo VI in Vaticano i partecipanti al Summit of Christian and Muslim Leaders, l’incontro fra leader cristiani e musulmani, organizzato a Roma. “Vi ringrazio per essere venuti e per avere fatto questa visita: mi piace”, li accoglie il Papa, prima di andare in piazza San Pietro per l’udienza generale. Per Francesco, “questo aiuta a rendere più forte la nostra fratellanza. Vi ringrazio per il vostro lavoro, per quello che voi fate per capirci meglio e soprattutto per la pace. Questa è la strada della pace: il dialogo”, sottolinea il Papa: “Vi ringrazio tanto”.

Durante l’udienza generale, davanti a 10mila persone raccolti in piazza San Pietro, il Papa ha riassunto i punti salienti del suo recente viaggio in Turchia: l’incontro tra chiese sorelle (cattolica e ortodossa) e con i musumani. Ricordando poi in particolare l’incontro con un gruppo di profughi iracheni e del Medio Oriente, assistiti dai salesiani. “Preghiamo per tutti i profughi e i rifugiati, e perché siano rimosse le cause di questa dolorosa piaga”.

“Dio continui a proteggere il popolo turco, le sue autorità, i suoi rappresentanti anche delle diverse fedi, perché insieme possano costruire un luogo di pace, di pacifica coesistenza, tra religioni e culture diverse”. Ha infine pregato perché Dio “renda fecondo questo viaggio apostolico e favorisca nella Chiesa il dialogo per annunciare che Gesù è verità, pace, amore”.

Udienza Generale sul Viaggio in Turchia. Papa Francesco: la strada della pace è il dialogoDi seguito riportiamo il testo della Catechesi del Santo Padre:

Cari fratelli e sorelle, buon giorno!
Non sembra tanto buona la giornata. Però voi siete coraggiosi. Oggi ripercorriamo le tappe del pellegrinaggio che ho compiuto in Turchia da venerdì scorso a domenica. Come avevo chiesto di prepararlo e accompagnarlo con la preghiera, ora vi invito a rendere grazie al Signore per la sua realizzazione e perché possano scaturire frutti di dialogo sia nei nostri rapporti con i fratelli ortodossi, sia in quelli con i musulmani, sia nel cammino verso la pace tra i popoli. Sento, in primo luogo, di dover rinnovare l’espressione della mia riconoscenza al Presidente della Repubblica, al Primo Ministro, al Presidente per gli Affari Religiosi e alle altre Autorità, che mi hanno accolto con rispetto e hanno garantito il buon ordine degli eventi.

Ringrazio fraternamente i Vescovi della Chiesa cattolica in Turchia, (…) per il loro impegno, come pure il Patriarca Ecumenico, Sua Santità Bartolomeo I, per la cordiale accoglienza. Il beato Paolo VI e san Giovanni Paolo II, che si recarono entrambi in Turchia, e san Giovanni XXIII, che fu Delegato Pontificio in quella Nazione, hanno protetto dal cielo il mio pellegrinaggio, avvenuto otto anni dopo quello del mio predecessore Benedetto XVI. Quella terra è cara ad ogni cristiano, specialmente per aver dato i natali all’apostolo Paolo, per aver ospitato i primi sette Concili, e per la presenza, vicino ad Efeso, della “casa di Maria”.

Nella prima giornata del viaggio apostolico ho salutato le Autorità del Paese, a larghissima maggioranza musulmano, ma nella cui Costituzione si afferma la laicità dello Stato.

E’ proprio l’oblio di Dio, e non la sua glorificazione, a generare la violenza. Per questo ho insistito sull’importanza che cristiani e musulmani si impegnino insieme per la solidarietà, per la pace e la giustizia, affermando che ogni Stato deve assicurare ai cittadini e alle comunità religiose una reale libertà di culto.

Nel secondo giorno ho visitato alcuni luoghi-simbolo delle diverse confessioni religiose presenti in Turchia. L’ho fatto sentendo nel cuore l’invocazione al Signore, Dio del cielo e della terra, Padre misericordioso dell’intera umanità. Centro della giornata è stata la Celebrazione Eucaristica che ha visto riuniti nella Cattedrale pastori e fedeli dei diversi Riti cattolici presenti in Turchia. Vi hanno assistito anche il Patriarca Ecumenico, il Vicario Patriarcale Armeno Apostolico, il Metropolita Siro-Ortodosso ed esponenti Protestanti. Insieme abbiamo invocato lo Spirito Santo, Colui che fa l’unità della Chiesa: unità nella fede, unità nella carità, unità nella coesione interiore.

Il Popolo di Dio, nella ricchezza delle sue tradizioni e articolazioni, è chiamato a lasciarsi guidare dallo Spirito Santo, in atteggiamento costante di apertura, di docilità e di obbedienza.

Il terzo e ultimo giorno, festa di sant’Andrea Apostolo, ha offerto il contesto ideale per consolidare i rapporti fraterni tra il Vescovo di Roma, Successore di Pietro, e il Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Chiesa fondata secondo la tradizione dall’apostolo Andrea, fratello di Simon Pietro. Ho rinnovato con Sua Santità Bartolomeo I l’impegno reciproco a proseguire sulla strada verso il ristabilimento della piena comunione tra cattolici e ortodossi. Insieme abbiamo sottoscritto una Dichiarazione congiunta, ulteriore tappa di questo cammino. E’ stato particolarmente significativo che questo atto sia avvenuto al termine della solenne Liturgia della festa di sant’Andrea, alla quale ho assistito con grande gioia, e che è stata seguita dalla duplice Benedizione impartita dal Patriarca di Costantinopoli e dal Vescovo di Roma.

La preghiera infatti è la base per ogni fruttuoso dialogo ecumenico sotto la guida dello Spirito Santo.

Ultimo incontro è stato quello con un gruppo di ragazzi profughi, ospiti dei Salesiani. Era molto importante per me incontrare alcuni profughi dalle zone di guerra del Medio Oriente, sia per esprimere loro la vicinanza mia e della Chiesa, sia per sottolineare il valore dell’accoglienza, in cui anche la Turchia si è molto impegnata.

Preghiamo per tutti i profughi e i rifugiati, e perché siano rimosse le cause di questa dolorosa piaga.

Cari fratelli e sorelle, Dio onnipotente e misericordioso continui a proteggere il popolo turco, i suoi governanti e i rappresentanti delle diverse religioni. Possano costruire insieme un futuro di pace, così che la Turchia possa rappresentare un luogo di pacifica coesistenza fra religioni e culture diverse.

Preghiamo inoltre perché, per intercessione della Vergine Maria, lo Spirito Santo renda fecondo questo viaggio apostolico e favorisca nella Chiesa il fervore missionario, per annunciare a tutti i popoli, nel rispetto e nel dialogo fraterno, che il Signore Gesù è verità, pace e amore. Solo Lui è il Signore. Grazie.

A cura di Redazione Papaboys

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