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Ucraina, appello del Papa: ‘cessate la violenza’

Papa Francesco, durante l’udienza generale, ha lanciato un appello di pace per l’Ucraina rivolto a “tutte le parti”, a “cessare ogni azione violenta” in Ucraina. A rivolgerlo è stato oggi il Papa, prima dei saluti ai fedeli di lingua italiana che come di consueto concludono l’incontro del mercoledì in piazza san Pietro. “Con l’animo preoccupato seguo quanto in questi giorni sta accadendo a Kyiv”, ha esordito Bergoglio: “Assicuro la mia vicinanza al popolo ucraino – ha proseguito – e prego per le vittime delle violenze, per i loro familiari e per i feriti”. “Invito tutte le parti a cessare ogni azione violenta e a cercare la concordia e la pace del Paese”, ha concluso il Pontefice.

A Kiev e in altre città dell’Ucraina (Ivano-Frankivsk, Chernivsti, Lutsk, Uzhgorod e Leopoli) prosegue una fase particolarmente violenta degli scontri tra la polizia e i manifestanti contro il governo che da oltre un mese chiedono le dimissioni del presidente Viktor Yanukovich. Il presidente Yanukovich, nel tentativo di interrompere le proteste, ha offerto l’incarico di primo ministro ad Arseniy Yatsenyuk, uno dei più importanti esponenti del partito di opposizione di Unione Pan-Ucraina “Patria”, e quello di vice primo ministro a un altro leader della protesta, Vitali Klitschko, ex campione di boxe e capo del partito liberale di centrodestra Udar. Sia Yatsenyuk sia Klitschko hanno rifiutato l’offerta sostenendo che l’opposizione è pronta a governare il paese ma che debba essere il paese a decidere il prossimo governo. La richiesta dell’opposizione continua a essere sostanzialmente quella delle dimissioni di Yanukovich e di elezioni anticipate (che altrimenti non si terrebbero prima del 2015), unite alla richiesta di un accordo con l’Unione Europea – l’interruzione dei dialoghi fu la causa iniziale delle proteste, cominciate a novembre – e la liberazione dei prigionieri politici tra cui l’ex primo ministro Yulia Tymoshenko.

Venerdì scorso Yanukovich aveva preannunciato un rimpasto di governo entro i prossimi giorni, l’amnistia a favore degli attivisti arrestati e altre concessioni alle opposizioni.  Sabato scorso il ministro degli Interni ucraino, Vitaiy Zakharchenko, ha confermato il fallimento dei colloqui, definendo “inutili” i tentativi di negoziare una tregua: secondo il governo le forze di opposizione non sono in grado di tenere sotto controllo i “gruppi più radicali” e armati che si sono infiltrati nelle proteste. Sabato mattina alcuni manifestanti anti-governativi hanno cercato di occupare l’edificio del ministero dell’Energia a Kiev. Il governo ucraino ha anche accusato i manifestanti di avere sequestrato due poliziotti e di tenerli in un edificio amministrativo della capitale occupato da circa due mesi. Un terzo poliziotto sarebbe invece rimasto ferito gravemente in un altro tentativo di sequestro da parte dei manifestanti. a cura della Redazione Papaboys

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