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Strage di migranti, i superstiti: Trecento morti

Trecento mortiTrecento morti. Il racconto dei sopravvissuti a Lampedusa: «Minacciati a partire con le armi».  L’Europa boccia Triton.  Ma Renzi: il problema è la Libia.  Il presidente Mattarella: tragedia immane.

Sarebbero 300 e non 29 i morti dell’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia. Per numero di vittime, la seconda dopo quella del 3 ottobre 2013, quando nel mare dell’Isola dei Conigli furono recuperati 366 corpi. A rivelare l’entità della sciagura sono i 9 sopravvissuti del naufragio di due gommoni che sono stati portati stamattina a Lampedusa da una motovedetta della Guardia costiera dopo essere stati recuperati domenica notte nel mare in tempesta a 110 miglia dall’isola, insieme con i 105 del terzo barcone dove in 29 sono morti per assideramento.

Renzi: chiederò risposte all’Europa  

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in serata si è detto «colpito dalla nuova immane tragedia umanitaria avvenuta in acque internazionali». Il capo dello Stato segue da vicino la vicenda e esprime «apprezzamento per l’opera dei soccorritori che ha permesso di salvare molte vite». Ma intanto rientra nel vivo la polemica politica sull’efficacia di Triton rispetto a Mare Nostrum. Da Strasburgo arriva la bocciatura del nuovo sistema di pattugliamento europeo: «Non è all’altezza» dei compiti che deve svolgere e «l’Europa ha bisogno di un sistema di ricerca e salvataggio efficace», dichiara il commissario dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Nils Muiznieks. E anche l’ex premier Letta chiede di ripristinare Mare Nostrum su Twitter.

«Il problema non è Mare Nostrum o Triton, si può chiedere all’ Europa di fare di più e domani lo farò, ma il punto politico è risolvere il problema in Libia, dove la situazione è fuori controllo», dice il premier a SkyTg24. E aggiunge: «Quando ci sono morti, anche soltanto per rispetto l’idea di usarli come strumentalizzazione fa male al cuore».

«Il problema non è Mare Nostrum o Triton, si può chiedere all’ Europa di fare di più e domani lo farò, ma il punto politico è risolvere il problema in Libia, dove la situazione è fuori controllo», dice il premier a SkyTg24. E aggiunge: «Quando ci sono morti, anche soltanto per rispetto l’idea di usarli come strumentalizzazione fa male al cuore». Dal Vaticano intanto arrivo l’appello del Papa: «Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso».
Dal Vaticano intanto arrivo l’appello del Papa: «Desidero assicurare la mia preghiera per le vittime e incoraggiare nuovamente alla solidarietà, affinché a nessuno manchi il necessario soccorso».

Solo nove sopravvissuti su due gommoni: sette su uno, due nell’altro. Numeri che subito avevano fatto pensare il peggio ai soccorritori. Di solito le carrette del mare viaggiano stipate fino all’ultimo metro. La conferma adesso arriva da Carlotta Sami, dell’Unhcr, che ha raccolto le testimonianze dei sopravvissuti, del Mali e del Senegal, tra cui un minorenne. «Su questi due gommoni c’erano più di 210 persone, 105 su uno e 107 sull’altro. Uno dei due gommoni è affondato e l’altro si è sgonfiato davanti, provocando il panico a bordo». E su un quarto gommone, di cui non si hanno notizie, ci sarebbero state altre 100 persone.

I superstiti hanno raccontato di essere partiti sabato scorso dalle coste libiche assieme al terzo barcone sul quale viaggiavano i 105 profughi soccorsi da due mercantili, 29 dei quali sono morti assiderati mentre venivano trasportati a Lampedusa dalle motovedette della Guardia Costiera. I due gommoni avrebbero fatto naufragio lunedì pomeriggio, tra le 15 e le 16, dopo essere stati trsvolti dalle onde del mare forza 8. I nove superstiti sono riusciti a salvarsi rimanendo aggrappati disperatamente ai tubolari prima di essere soccorsi da un rimorchiatore italiano. La zona del naufragio, nonostante le proibitive condizioni meteo, è già stata perlustrata dalle unità intervenute sul posto e da un aereo Atr 42 alla ricerca dei dispersi sulla cui sorte non ci sono speranze.

Choccanti i racconti dei superstiti: «Non volevamo partire, c’era brutto tempo. Ma i trafficanti ci hanno costretti sotto la minaccia delle armi. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c’erano anche tre bambini». È il racconto di uno dei nove maliani, tutti tra i venti e i trenta anni, soccorsi a bordo di un mercantile e portati all’alba di oggi a Lampedusa.

A cura di Redazione Papaboys fonte: La Stampa

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