Un rapporto finale firmato dai tre presuli americani Peter Sartain, Leonard Blair e Thomas Paprocki – incaricati dal Vaticano di seguire l’applicazione del documento della Congregazione per la Dottrina della Fede – e da quattro suore dell’Associazione delle Superiore maggiori, Sharon Holland, Marcia Allen, Carol Zinn e Joan Marie Steadman. Tre anni di lavoro – scrive mons Sartain – in cui si è lavorato insieme sulla revisione dello Statuto dell’Associazione, delle pubblicazioni, sulla cura dei programmi e dei relatori delle Assemblee generali e sui criteri di scelta dei portavoce e si è dibattuto su un ampia gamma di argomenti. Il rapporto è stato presentato in occasione dell’incontro odierno tra rappresentanti delle religiose statunitensi e officiali della Congregazione per la Dottrina della Fede, presente il prefetto cardinale Gerhard Müller.
“Al termine di questo processo – ha dichiarato il porporato – la Congregazione è fiduciosa che l’associazione delle Superiore Maggiori degli Usa abbia chiara la sua missione per supportare gli Istituti membri, favorendo una visione di vita religiosa centrata sulla persona di Gesù Cristo e radicata nella tradizione della Chiesa”. “Siamo liete – ha commentato suor Holland – del completamento del mandato, che ha comportato lunghi e impegnativi scambi sulla nostra visione e prospettiva riguardo materie critiche di vita religiosa e sulla sua pratica. Attraverso questi scambi condotti sempre in spirito di preghiera e mutuo rispetto – ha spiegato suor Holland – siamo arrivate ad una più profonda comprensione delle reciproche esperienze, ruoli, responsabilità e speranze per la Chiesa e il popolo che serve. Abbiamo imparato – ha concluso – che ciò che abbiamo in comune è molto più grande rispetto a qualsiasi nostra differenza”.
Ricordiamo che nel documento di Valutazione del Vaticano si riferiva di “problemi dottrinari seri” posti dall’Associazione delle Superiore Maggiori statunitensi e di posizioni non accettabili manifestate nelle Assemblee annuali e di posizioni di dissenso ad esempio in tema di ordinazione delle donne e di approccio pastorale all’omosessualità – o di affermazioni di femminismo radicale incompatibili con l’insegnamento cattolico. “Il fatto stesso di tale sostanziale dialogo tra vescovi e religiose – conclude il Rapporto congiunto – è stata una benedizione che deve essere apprezzata e ulteriormente incoraggiata”.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana