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Sull’emergenza casa la Chiesa di Milano è pronta a intervenire

casepDOPO SGOMBERI E PROTESTE – La diocesi disponibile a destinare 2 milioni di euro (uno dell’8 per mille e uno dei fondi della Curia) alla ristrutturazione e gestione fino a 100 appartamenti. Su questo fronte opera la Fondazione San Carlo, emanazione della Caritas ambrosiana: amministra già 200 alloggi con destinazione sociale. Si susseguono le segnalazioni di gravi disagi, con punte di illegalità, in diverse zone della città.

Quartiere di Baggio, periferia Sud-Ovest di Milano. Il cardinale Angelo Scola è in visita per incontrare le famiglie. Uno degli abitanti dei palazzoni di case popolari gli dice: “Il lavoro è un diritto, la casa è dignità, non vogliamo altro che questa dignità”. L’arcivescovo non si sottrae: “Noi possiamo, come Chiesa, offrire il lavoro dei sacerdoti, dei volontari, delle suore, delle nostre comunità e associazioni in questi quartieri che sono molto provati, ma dobbiamo imparare tutti a giocare la nostra responsabilità in maniera diretta. Siamo solidali con voi, capiamo la fatica in cui vivete, ma qui si devono equilibrare due diritti”. Legalità e diritto a una casa.
Milano sta ribollendo per un’emergenza che è tornata a farsi sentire, ancora più drammaticamente in una stagione di crisi. Periferie in fermento per gli sgomberi dalle occupazioni abusive, rischio di infiltrazioni di frange violente e di strumentalizzazioni politiche. Ma una risposta concreta è stata annunciata da parte della Chiesa ambrosiana: dalla diocesi c’è la disponibilità a destinare 2 milioni di euro (uno dell’8 per mille e uno dei fondi della Curia) alla ristrutturazione e gestione fino a 100 appartamenti.
“Stiamo prendendo parte alle riunioni in Comune con altri soggetti sociali – spiega il presidente della Fondazione San Carlo, Luciano Gualzetti -. Se sarà confermato lo sblocco di alcuni appartamenti cosiddetti ‘fuori graduatoria’, ovvero troppo piccoli per essere assegnati, e ci verrà affidata la ristrutturazione, provvederemo a portarla a termine e a inserire queste nuove possibilità abitative per persone svantaggiate a quelle che già abbiamo a disposizione”. Ma l’attenzione si rivolge anche ad alloggi messi a disposizione dalle comunità parrocchiali. “Proprio nei giorni scorsi – spiega ancora Gualzetti – da una parrocchia mi hanno comunicato la disponibilità di un appartamento che faceva parte di un lascito di eredità con il preciso scopo di utilizzo sociale”. Se dunque ci sarà anche questo passo ulteriore con il Comune di Milano “si provvederà al reperimento delle risorse necessarie (per ogni appartamento si stimano circa 20mila euro di spesa di ristrutturazione, ndr)”, che saranno messe a disposizione dalla diocesi. Quel che è certo, conferma Gualzetti, “è che, come ha annunciato l’arcivescovo, ci sarà un’iniziativa importante sulla casa”.
Oggi sono già 200 gli alloggi amministrati dalla Fondazione, emanazione della Caritas ambrosiana, che ha tra i suoi scopi quello di provvedere a soluzioni nelle situazioni di emergenza abitativa: appartamenti per l’accoglienza di stranieri (a cui si accompagna sempre un sostegno per il lavoro), alloggi solidali, luoghi di pronta accoglienza per senza dimora e per persone in difficoltà. Una presenza non solo a Milano, ma anche in altre città della diocesi.
“Siamo molto preoccupati. Sto sentendo parroci e decani da diversi giorni; loro stessi mi chiamano per chiedere un confronto, in questi giorni caldi. Sono stato a San Siro e sto chiedendo informazioni a tanti preti che lavorano nelle periferie. Siamo anche noi sotto pressione”. Monsignor Carlo Faccendini, vicario episcopale per la città di Milano, non nasconde i forti e crescenti timori della Chiesa. “I sacerdoti mi riferiscono – continua Faccendini – che è difficile separare la questione legalità da quella del bisogno, stabilire una priorità. La situazione è talmente tragica che se la prendiamo dalla coda, contrapponendo i due corni del problema, non si va da nessuna parte. Anzi si rischia di peggiorare il clima, di esasperare gli animi”.
Come sottolinea don Roberto Davanzo, direttore della Caritas ambrosiana, “questo è il punto di arrivo di decenni di malgoverno, di disattenzione sul fenomeno, di tolleranza di fronte alla criminalità che ha gestito il racket di queste occupazioni. Chi occupa compie un atto illegale, perché ruba il pane a chi ne ha più diritto di lui. Però chi occupa, non dimentichiamolo, talvolta è portatore di fragilità. E non si risolve con una bacchetta magica”.
La Chiesa ambrosiana è anche impegnata sul campo, proprio nei quartieri più a rischio. Come il Lotto 64 delle case Aler di via Salomone (zona Forlanini, vicino all’aeroporto di Linate). Anziani che rimangono chiusi in casa perché gli ascensori non funzionano, cittadini che pagano regolarmente l’affitto e che devono adeguarsi a vivere in edifici senza manutenzione. Sono 477 famiglie, tra loro 200 anziani, gli stranieri sono il 10%. Una zona completamente isolata, senza negozi. A parte parrocchia e Caritas ambrosiana con il servizio di prossimità dell’Unità pastorale Forlanini. “È un quartiere con molte problematiche. Le difficoltà maggiori sono quelle della popolazione anziana”, spiega il responsabile Giorgio Sarto. Ci sono alcuni appartamenti sfitti, una quarantina in tutto, occupati da abusivi: “Sono anni che il quartiere, come altri in cui si trovano case popolari, versa in una situazione di sfascio e di abbandono – aggiunge Sarto -. Le persone hanno bisogno di credere in qualcuno. Ci sono tanti casi differenti: dagli onesti che pagano l’affitto e loro malgrado vivono nel degrado, ai furbi che occupano le case abusivamente, fino ai morosi disperati perché non riescono ad arrivare alla fine del mese. Il disagio è forte”. La Caritas si occupa del sostegno e dell’accompagnamento degli anziani a visite mediche, negli uffici per le pratiche burocratiche, in farmacia, e aiuta chi è solo o abbandonato. Sottolinea Sarto: “Con il nostro servizio facciamo capire loro che possono contare su persone amiche, pronte a venire incontro ai loro bisogni”. di Pino Nardi direttore “Incrocinews” (Milano)

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