Pubblicità
HomeNewsFinis MundiStrage di Peshawar, 107 scuole ribattezzate con i nomi dei bambini uccisi

Strage di Peshawar, 107 scuole ribattezzate con i nomi dei bambini uccisi

PAKISTAN_(Ft)_0309_-_Attentato_PeshawarNell’attentato talebano del 16 dicembre 2014 sono morte 148 persone, di cui 132 studenti tra i 7 e i 14 anni. Il genitore di una delle vittime: “Orgoglioso che una scuola oggi porti il nome di mio figlio”.

Le autorità del Pakistan hanno ribattezzato 107 scuole del Paese con i nomi delle vittime dell’attentato che lo scorso anno ha colpito un istituto di Peshawar. Nella strage sono morte quasi 150 persone, la maggior parte delle quali erano studenti con meno di 14 anni. Islamabad ha annunciato la decisione il 6 marzo scorso.

Il 16 dicembre 2014 un commando affiliato al Tehreek-e-Taliban Pakistan (Ttp) ha assaltato una scuola militare di Peshawar (provincia di Khyber Pakhtunkhwa) uccidendo 148 persone, di cui 132 bambini tra i 7 e i 14 anni. I talebani hanno affermato che l’attacco era una vendetta all’offensiva dell’esercito pakistano nelle regioni del nordovest, lungo il confine con l’Afghanistan, storiche roccaforti degli islamisti, che ha causato la morte di oltre 1.200 miliziani.

La strage è stata condannata con forza da tutta la società, dai vertici della Chiesa cattolica pakistana – con duri interventi del vescovo di Islamabad e dell’arcivescovo di Karachi – oltre che dalla comunità internazionale.

Nell’attentato Khalid Khan ha perso suo figlio Daud. “Una scuola nel mio villaggio – spiega -, un sobborgo a sud di Peshawar, ora si chiama come mio figlio. Io sono andato lì da bambino, oggi la frequentano i cugini di Daud: mi sento orgoglioso che porti il suo nome”.

Tufail Khattak, il cui figlio Sher Shah è stato ucciso nell’attacco, ha detto che “la mossa è un modo per ricordare per sempre il martirio di questi bambini”.

Il commando aveva l’ordine di sparare e causare il maggior numero di vittime. Shiraz Khan, uno studente sopravvissuto all’assalto, ha raccontato: “Eravamo in classe, quando abbiamo sentito alcuni colpi ed esplosioni. Il nostro insegnante ci ha detto di stenderci a terra, di stare sotto le sedie e le scrivanie. Come qualcuno provava a muoversi, veniva centrato dai proiettili. C’era sangue dappertutto”. (Fonte: Asianews)

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome