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Storia di una ragazza e del suo percorso per uscire dall’omosessualità ritrovando anche la fede

Capelli lunghi, mori e ricci, occhi grandi di un azzurro cielo. Bellissima. Fino a un anno fa Anna (nome di fantasia) era una femminista, anticlericale, lesbica, fidanzata con una donna da 6 anni. Poi ha incontrato Marco e i suoi venticinque anni di vita sono apparsi ai suoi occhi radicalmente diversi. «Avevo sempre vissuto nella menzogna e ora la vedevo tutta», spiega a tempi.it. Quella di questa ragazza è una storia che pare incredibile, «innanzitutto a me stessa. Poi alla mia famiglia e ai miei amici».

Ragazza

Anna oggi è libera dal «male, l’angoscia, la sensazione di mancanza e di paura in cui ho barcollato tutta la vita credendo nella più grande bugia su cui si fonda la tristezza interna al mondo Lgbt: “Si nasce gay”». Per questo Anna ha deciso di aprire Exhomovox.com, un sito che ospita chi ha una vicenda simile alla sua. In pochi mesi ha già raccolto molte testimonianze: «Quando la mia vita è cambiata ho cercato persone come me». Nella sua ricerca, Anna è rimasta colpita anche «dalla storia di Francesca, scritta su tempi.it: mi identificai subito con lei e mi confermò che era tutto vero. Non ero sola e cercai di riunire esperienze simili alle mie in un solo sito su cui ora scrivono in tanti».

DAL GIORNO ALLA NOTTE. Una vita cambiata dal giorno alla notte, in un batter d’occhio, grazie a Marco che le fece riscoprire una fede ormai dimenticata. «Mia nonna mi faceva pregare», ma poi i dissidi fra i genitori, il padre che lasciò la madre «per una ragazza di 27 anni», contribuirono ad allontanarla dalla Chiesa. «Reagii cercando di alleviare il dolore della mamma depressa facendo le veci del padre. Volevo giochi, vestiti, taglio di capelli maschili. Giocavo a calcio, stavo con i bambini e crebbi come una randagia».
Nemmeno il ricongiungimento familiare rimarginò quella ferita. «Ero contenta, ma mio papà non lo avevo perdonato. Odiavo gli uomini e non riuscivo a fidarmi di loro». Per questo Anna cercò affetto e rifugio nelle donne «da cui mi sentivo attratta» e a 17 anni si fidanzò con Simona: «I miei, purtroppo, accettarono tristi la situazione. Non se ne parlava molto in casa, ma in fondo gli sembrava il male minore rispetto a tutte le pazzie che facevo, non capendo che dietro la mia omosessualità c’era la causa del mio malessere». La vita di Anna si fece sempre più dura: «Ero aggressiva, piena di rancore, non posso descrivere tutto quello che ho fatto e passato e la violenza incontrata».

Fede




QUASI PER CASO. Lo scorso ottobre, quasi per caso, Marco la invitò a bere un caffè. «Non capivo come mai volevo rivederlo», tanto che «non riuscivo più a vedere la mia fidanzata come l’avevo sempre guardata». Poi il primo bacio. «Era la prima volta che riuscivo a fidarmi di un uomo. Niente più paure e gelosie: sono sicura di Marco perché siamo sicuri di Dio. Quel Dio che mi ha permesso di perdonare mio padre e di vivere felice. Quello che non smetterò mai di ringraziare per avermi tirato fuori dal buio e che desidero mostrare a tutti i miei amici che ora mi odiano».
Anna ha aperto un sito perché «ho ricevuto una grazia e appena dirò ai miei la causa del mio trauma lo farò con tutti. Preferisco dire una verità, che all’inizio fa male e che poi libera, anziché saperli nell’infelicità».




Redazione Papaboys (Fonte www.tempi.it/Benedetta Frigerio)

1 COMMENTO

  1. purtroppo siete anche voi di quella parte di chiesa che etichetta condanna e discrimina gli omosex… questo articolo è il segno di quanto avete capito di ciò che il papa ha detto “chi sono io per giudicare i gay” avallando le teorie delle correzione da malattia dei gay con la cristiano terapia metodo fallimentare in america che ha provocato suicidi tra i ragazzi e ragazze grazie alla omofobia della chiesa….. peccato veramente peccato ma siete come quella parte della chiesa che non sa accogliere ma ghettizza

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