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Siria: in nome di Dio, liberate gli ostaggi!

Il monastero di Maolula, dove sono state rapite le suore.
Il monastero di Maolula, dove sono state rapite le suore.

Sono in corso tra mille difficoltà, le trattative per la liberazione delle suore di Maolula e degli altri ostaggi religiosi. Apprendo da Christians Orient, la seguente dichiarazione:  راهبات معلولا بخير ولا يزلن في يبرود

طمأن بطريرك انطاكيا وسائر المشرق للروم الارثوذكس يوحنا اليازجي، من مطار بيروت الدولي، أن “راهبات معلولا بخير وهنّ لا يزلن في يبرود”، وأعلن أنه “تم اتصال بينه والراهبات، ولا تزال المفاوضات جارية”. مشيراً إلى أن “هذا لا يكفينا ولا يرضينا، ونأمل في أن يتم الإفراج عنهن مع المطرانين في القريب العاجل لأنهم يحملون رسالة سلام من أجل خدمة الآخرين”. Una fonte ha riferito di essere stato in contatto con le suore di Maolula, e che i negoziati sono ancora in corso. Nonostante le dichiarazioni, la preoccupazione per la sorte dei religiosi rimane alta. Si richiede l’immediato rilascio perché le suore e gli Arcivescovi possano continuare ad essere per tutti messaggeri di pace. 

Continuano le Messe e veglie per padre Dall’Oglio a sei mesi dal suo rapimento. Il 29 luglio 2013 il gesuita romano Paolo Dall’Oglio veniva rapito a Raqqa, città della Siria controllata dalle milizie islamiste dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL). Da allora del religioso italiano non si sono avute più notizie. A sei mesi dal rapimento, in diverse città del mondo sono state annunciate messe e veglie di preghiera per invocare dal Signore il dono della sua liberazione, insieme a quella degli altri rapiti del Paese arabo dilaniato dal conflitto. Mercoledì 29 marzo, a Milano, presso la chiesa di San Fedele dei gesuiti in piazza San Fedele, sarà celebrata una messa alle ore 19.30. In contemporanea anche a Roma una messa per padre Paolo verrà celebrata nella chiesa di San Giuseppe, in via Francesco Redi 1. Iniziative analoghe si svolgeranno anche a Beirut, Berlino, Bruxelles, Doha, Dubai, Ginevra, Grenoble, Montreal, Parigi. Londra e in molte altre città sparse per il mondo. A promuovere la rete di liturgie e veglie di intercessione per la liberazione di abuna Dall’Oglio sono stati in particolare i suoi amici della comunità monastica di al Khalil – avviata dal gesuita romano nel monastero siriano di Deir Mar Musa – che di recente avevano iniziato a Suleymanyah, nel Kurdistan iracheno, la fondazione monastica di Deir Maryam el Aadhra. “Siamo come una di quelle tante famiglie siriane o irachene che soffrono dall’assenza di una persona cara” scrivono i monaci e le monache della Comunità in un messaggio pervenuto all’Agenzia Fides, dove aggiungono che alle messe e alle veglie “porteremo ritratti di Paolo e di altri detenuti, leggeremo estratti dai suoi testi e condivideremo la speranza di rivederlo presto con noi. Lo spirito della manifestazione è spirituale e umano piuttosto che politico”.

Al di là delle posizioni assunte dal sacerdote gesuita -che a volte hanno creato conflitti e interpretazioni sbagliate-, non possiamo anche noi alzare la voce per la sua liberazione. Ricordiamo tutti gli altri, tenuti in ostaggio dai ribelli e dai terroristi che sono meno conosciuti e di cui nessuno si cura. Anche loro hanno diritto di ritornare sani e salvi a casa. I frutti cattivi della guerra sono evidenti. La rivoluzione non ha funzionato. Ora il paese si trova stretto tra le braccia della confusione politica. Giunge da Ginevra2 una tristissima notizia: la delegazione della cosiddetta coalizione d’opposizione, rifiuta una bozza di condanna contro Usa per fornitura armi ai gruppi terroristici Takfiri, presentata dalla delegazione ufficiale siriana.  Mai più la guerra, mai più l’odio, ma solo pace per il popolo siriano. di Francis Marrash

Padre Paolo Dall'Oglio, rapito dagli estremisti islamici.
Padre Paolo Dall’Oglio, rapito dagli estremisti islamici.

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