Alcuni l’hanno descritta come la più grande operazione antiregime da parte dell’Isis, lo Stato Islamico per l’Iraq e il Levante, da quando la presenza della milizia jihadista si è palesata nel conflitto siriano. 270 vittime, prevalentemente tra soldati pro-Assad, è il bilancio dell’operazione di conquista di un importante pozzo di petrolio a Homs.
E’ questa la strategia del gruppo islamista: mettere le mani sui punti strategici del Paese per controllarne anche l’economia e trarre risorse per continuare la propria avanzata. Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, dopo la conquista della provincia di Deir al-Zor la settimana scorsa e le recenti conquiste, l’ISIS controlla attualmente il 35% della Siria. Dal suo canto il regime continua a bombardare le regioni ribelli. Ieri a Kafr Zita Hama, nel sud, 60 persone sono morte dopo un bombardamento con barili di bombe sganciati dall’alto.
E ad Aleppo si sta consumando una tragedia umanitaria di proporzioni gigantesche: da 80 giorni non sono state ancora ripristinate le forniture d’acqua. Intanto ieri l’Onu è riuscito a portare aiuti nella città di Mudamiyya per la prima volta dall’inizio del 2012.
A cura di Redazione Papaboys fonte: Radio Vaticana