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Scienziati in allerta per il ritorno a scuola dei giovani: ‘Imprevedibili effetti’. E per l’Oms ancora 2 anni di agonia da virus

La riapertura delle scuole, dove l’intervista della ministra Azzolina a Repubblica ha scatenato la rivolta dei sindacati, preoccupa gli scienziati anche per un aspetto messo nero su bianco da ministero alla Salute, Istituto superiore di sanità e Regioni: si sa ben poco di come si comporta il virus tra giovani e giovanissimi.



Come funzionerà la scuola?

Identificare un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato, tenere un registro degli eventuali contatti tra alunni e personale di classi diverse, richiedere la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnalare eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. Sono alcune delle indicazioni presenti nel documento messo a punto dall’Iss per le ‘Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”.

Allarme ulteriore dell’Organizzazione mondiale della Sanità: 2 anni per rientrare a norma

coronavirus
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Meno di due anni per sconfiggere la pandemia. E’ l’auspicio, più che una previsione, dell’Organizzazione mondiale della Sanità quando il coronavirus, a 8 mesi dalla sua comparsa in Cina, ha già causato quasi 800mila morti e oltre 22 milioni di contagi in tutto il mondo. Il direttore generale dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha ricordato che la precedente pandemia, l’influenza spagnola del 1918, durò appunto due anni.




“Oggi il virus si muove più velocemente perché sono aumentate le connessioni – ha spiegato Ghebreyesus -, ma allo stesso tempo abbiamo più tecnologia e conoscenze per fermarlo”.

Intanto gli Stati Uniti (oltre 5,6 milioni di contagi), il Brasile (3,5 milioni) e l’India (quasi 3 milioni) restano i Paesi maggiormente colpiti dal Covid-19, mentre in Europa destano preoccupazione i dati giornalieri che arrivano dalla Francia. Dopo il picco di giovedì, Parigi ha registrato venerdì altri 4.586 contagi e 23 morti: numeri che non si vedevano dai tempi del lockdown.

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