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San Francesco: PACE E BENE A TE! (25 Ottobre 2018)

L’angelo li toccò

L’Agnolo il toccò, e fecelo sano e forte; poi il menò ad uno ponte, il quale non si potea passare sanza grande pericolo, imperò ch’egli era molto sottile e stretto e molto isdrucciolente e sanza sponde d’allato, e di sotto passava un fiume terribile, pieno di serpenti e di dragoni e di scarpioni, e gittava uno grandissimo puzzo. E dissegli l’Agnolo: «Passa questo ponte, e al tutto te lo conviene passare». Risponde costui: «E come lo potrò io passare, ch’io non caggia in quello pericoloso fiume?». Dice l’Agnolo: «Vieni dopo me e poni il tuo piè dove tu vedrai ch’io porrò il mio, e così passerai bene».

San Francesco

Passa questo frate dietro all’Agnolo, come gli avea insegnato, tanto che giugne a mezzo il ponte; ed essendo così in sul mezzo l’Agnolo si volò via e, partendosi da lui, se ne andò in su uno monte altissimo di là assai dal ponte. E costui considera bene il luogo dov’era volato l’Agnolo, ma rimanendo egli sanza guidatore e riguardando in giù, vedea quegli animali tanto terribili istare con li capi fuori dell’acqua e con le bocche aperte, apparecchiati a divorarlo s’e’cadesse; ed era in tanto tremore, che per nessuno modo non sapea che si fare né che si dire, però che non potea tornare addietro né andare innanzi. Onde veggendosi in tanta tribolazione e che non avea altro refugio che solo in Dio, sì si inchinò e abbracciò il ponte e con tutto il cuore e con lagrime si raccomanda a Dio, che per la sua santissima misericordia il dovesse soccorrere.

Dove era volato l’angelo…

Fatta l’orazione, gli parve cominciare a mettere ale; di che egli con grande allegrezza aspettava ch’elle crescessono per potere volare di là dal ponte dov’era volato l’Agnolo. Ma dopo alcuno tempo, per la grande voglia ch’egli avea di passare questo ponte, si mise a volare; e perché l’alie non gli erano tanto cresciute, egli cadde in sul ponte e le penne gli caddono: di che costui da capo abbraccia il ponte e come prima raccomandasi a Dio. Finita l’orazione, e anche gli parve di mettere ale; ma come in prima non aspettò ch’elle crescessono perfettamente, onde mettendosi a volare innanzi tempo, ricadde da capo in sul ponte, e le penne gli caddono. Per la qual cosa, veggendo che per la fretta ch’egli avea di volare innanzi al tempo cadeva, così incominciò a dire fra se medesimo: «Per certo che se io metto alie la terza volta, ch’io aspetterò tanto ch’elle saranno sì grandi ch’io potrò volare senza ricadere».

«Io sono frate Minore…»

Stando in questi pensieri, ed egli si vide la terza volta mettere ali; e aspetta grande tempo, tanto ch’ell’erano bene grandi; e pareali, per lo primo e secondo e terzo mettere ali, avere aspettato bene cento cinquanta anni o più. Alla perfine si lieva questa terza volta, con tutto il suo isforzo a volito, e volò insino al luogo dov’era volato l’Agnolo.

Bussando alla porta del palagio nel quale egli era, il portinaio il domanda: «Chi se’tu che se’venuto qua?». Rispuose; «Io sono frate Minore». Dice il portinaio: «Aspettami, ch’io sì ci voglio menare santo Francesco a vedere se ti conosce».

Andando colui per santo Francesco, e questi comincia a sguardare le mura maravigliose di questo palagio; ed eccoti queste mura pareano tanto lucenti e di tanta chiarità, che vedea chiaramente li cori de’santi e ciò che dentro si faceva. Istando costui istupefatto in questo ragguardare, ecco venire santo Francesco e frate Bernardo e frate Egidio, e dopo santo Francesco tanta moltitudine di santi e di sante ch’aveano seguitato la vita sua, che quasi pareano innumerabili. E giugnendo santo Francesco, disse al portinaio: «Lascialo entrare, imperò ch’egli è de’miei frati». E sì tosto come e’vi fu entrato, e’sentì tanta consolazione e tanta dolcezza, che egli dimenticò tutte le tribulazioni ch’avea avute, come mai non fussino state.

«Figliuolo, e’ti conviene ritornare al mondo e starai sette dì…»

Santo Francesco menandolo per dentro sì gli mostrò molte cose maravigliose, e poi sì gli disse: «Figliuolo, e’ti conviene ritornare al mondo e starai sette dì, ne’quali tu sì ti apparecchi diligentemente con grande divozione, imperò che dopo li sette dì, io verrò per te, e allora tu ne verrai meco a questo luogo di beati». Ammantato d’uno mantello maraviglioso, adornato di stelle bellissime, e la sue cinque stimate erano siccome cinque stelle bellissime e di tanto splendore, che tutto il palagio alluminavano con li loro raggi.

Frate Bernardo avea in capo una corona di stelle bellissime

Bernardo avea in capo una corona di stelle bellissime, e frate Egidio era adornato di maraviglioso lume; e molti altri santi frati tra loro conobbe, li quali al mondo non avea mai veduti. Licenziato dunque da santo Francesco, sì si ritornò, benché mal volentieri, al mondo.

Destandosi e ritornando in sé e risentendosi, li frati suonavano a Prima; sicché non era stato in quella se non da Mattutino a Prima, benché a lui fusse paruto istare molti anni. E recitando al guardiano suo questa visione per ordine, infra li sette dì sì incominciò a febbricitare, e l’ottavo dì venne per lui santo Francesco, secondo la promessa, con grandissima moltitudine di gloriosi santi, e menonne l’anima sua al regno de’beati, a vita eterna.

A laude di Gesù Cristo e del poverello Francesco. Amen.

San Francesco

LA BENEDIZIONE DI SAN FRANCESCO PER TE

Benedicat tibi Dominus et custodiat te,
ostendat faciem suam tibi et misereatur
tui convertat vultum suum ad te
et det tibi pacem
Dominus benedicat frater Leo, te
Benedicat, benedicat,
benedicat tibi Dominus
et custodiat te Frater Leo, te.

Il Signore ti benedica e ti custodisca.
Mostri a te il suo volto e abbia misericordia di te.
Volga a te il suo sguardo e ti dia pace.
Il Signore ti dia la sua grande benedizione.

A cura della Redazione Papaboys

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