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Papa Francesco: la medicina per cambiare il cuore di una persona infelice è… abbracciarla!

«Dietro tante forme di odio sociale e di teppismo c’è spesso un cuore che non è stato riconosciuto». Lo ha detto il Papa nel corso dell’udienza generale in piazza San Pietro, affermando che «non esistono bambini cattivi, come non esistono adolescenti del tutto malvagi, ma esistono persone infelici» e definendo «un inferno» un mondo nel quale, sulla «strada della meritocrazia», tutti mendicassero «motivi per suscitare l’attenzione altrui» e nessuno fosse disposto «a voler bene gratuitamente a un’altra persona». Al contrario, la «medicina» per «cambiare il cuore di una persona infelice» è «abbracciarla» e amarla.

Prima di arrivare in piazza San Pietro, Francesco ha fatto visita ai malati che ha fatto accomodare al chiuso dell’aula Paolo VI. «Oggi – ha detto loro – faremo udienza in due posti diversi, ma saremo uniti con il maxi-schermo, così sarete più comodi, perché in piazza il caldo batte, sarà un bagno turco oggi… grazie tante di venire e ascoltate quello che dirò ma col cuore unità con quelli che sono in piazza. La Chiesa – ha aggiunto – è così, un gruppo qui un gruppo là ma tutti uniti. E chi unisce la Chiesa? Lo Spirito Santo, preghiamo lo Spirito Santo perché ci unisca tutti oggi in questa udienza». Parole che Francesco ha poi ripetuto ai fedeli presenti in piazza San Pietro una volta giunto sul sagrato della Basilica vaticana.

«Nessuno di noi può vivere senza amore», ha poi detto Jorge Mario Bergoglio proseguendo un ciclo di catechesi sulla speranza cristiana e approfondendo, oggi, il tema «Figli amati, certezza della speranza». «Una brutta schiavitù in cui possiamo cadere è quella di ritenere che l’amore vada meritato», ha proseguito. «Forse buona parte dell’angoscia dell’uomo contemporaneo deriva da questo: credere che se non siamo forti, attraenti e belli, allora nessuno si occuperà di noi. È la strada della meritocrazia, no? Tante persone oggi cercano una visibilità solo per colmare un vuoto interiore: come se fossimo persone eternamente bisognose di conferme. Però, ve lo immaginate un mondo dove tutti mendicano motivi per suscitare l’attenzione altrui, e nessuno invece è disposto a voler bene gratuitamente a un’altra persona? Immaginate un mondo senza la gratuità del voler bene. Sembra un mondo umano, ma in realtà è un inferno. Tanti narcisismi dell’uomo nascono da un sentimento di solitudine. Anche di orfanezza. Dietro tanti comportamenti apparentemente inspiegabili si cela una domanda: possibile che io non meriti di essere chiamato per nome? Cioè di essere amato, perché l’amore sempre chiama per nome. Quando a non essere o non sentirsi amato è un adolescente, allora – ha sottolineato Francesco – può nascere la violenza. Dietro tante forme di odio sociale e di teppismo c’è spesso un cuore che non è stato riconosciuto. Non esistono bambini cattivi, come non esistono adolescenti del tutto malvagi, ma esistono persone infelici».






E, ha proseguito il Pontefice argentino, «che cosa può renderci felici se non l’esperienza dell’amore dato e ricevuto? La vita dell’essere umano è uno scambio di sguardi: qualcuno che guardandoci ci strappa il primo sorriso, e noi che gratuitamente sorridiamo a chi sta chiuso nella tristezza, e così gli apriamo una via di uscita. Scambio di sguardi, guardare negli occhi e si aprono le porte del cuore».

In questo senso, Dio «ci ha voluto bene anche quando eravamo sbagliati». E «chi di noi ama in questa maniera, se non chi è padre o madre? «Una mamma – ha detto Francesco – continua a voler bene a suo figlio anche quando questo figlio è in carcere. Io ricordo tante mamme facendo la fila per entrare in carcere nella mia diocesi prima«, Buenos Aires, «e non si vergognavano. Il figlio era in carcere ma era il loro figlio. E soffrivano tante umiliazioni, perquisizioni prima di entrare, ma signora suo figlio un delinquente, “è il mio figlio”, solo questo amore di madre e di padre ci fa capire come è l’amore di Dio. Una madre non chiede la cancellazione della giustizia umana, perché ogni errore esige una redenzione, però una madre non smette mai di soffrire per il proprio figlio. Lo ama anche quando è peccatore. Dio fa la stessa cosa con noi: siamo i suoi figli amati! C’è qualcuno che può essere non amato? No, tutti. Non c’è alcuna maledizione sulla nostra vita, ma solo una benevola parola di Dio, che ha tratto la nostra esistenza dal nulla».

«Per cambiare il cuore di una persona infelice, qual è la medicina?», ha domandato in conclusione il Papa. Alla folla di fedeli che urlava «amore», Francesco ha replicato: «Bravi! E come si fa sentire che uno la ama? Bisogna anzitutto abbracciarla. Farle sentire che è desiderata, che è importante, e smetterà di essere triste. Amore chiama amore, in modo più forte di quanto l’odio chiami la morte». La risurrezione di Gesù indica che è «tempo di risurrezione per tutti: tempo di risollevare i poveri dallo scoraggiamento, soprattutto coloro che giacciono nel sepolcro da un tempo ben più lungo di tre giorni. Soffia qui, sui nostri visi, un vento di liberazione. Germoglia qui il dono della speranza. E la speranza – ha detto il Papa – è quella del Dio padre che ci ama per come siamo, ci ama sempre, a tutti, buoni e cattivi, d’accordo?».

A conclusione della catechesi Francesco ha salutato tra gli altri i familiari dei militari deceduti in missioni di pace: «Vi sono vicino con l’affetto, il conforto e l’incoraggiamento», ha detto. Presente all’udienza anche la Nazionale Italiana di Judo, Lotta e Karate venute dal Pontefice per fargli benedire il quadriennio olimpico e promuovere le nuove delegazioni sportive para-olimpiche.




+++ A breve pubblicheremo il video servizio a cura del CENTRO TELEVISIVO VATICANO +++

di Jacopo Scaramuzzi per Vatican Insider

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