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Una reliquia dell’apostolo Filippo consegnata dalla Parrocchia dei Santi Apostoli al patriarca di Costantinopoli

La consegna il 9 maggio nella cattedrale di Smirne. Nella delegazione romana il parroco fra Agnello Stoia e padre Carbonaro (Santa Maria in Portico)

Avverrà durante una celebrazione ecumenica in programma il 9 maggio nella cattedrale di San Policarpo a Smirne la consegna di una reliquia dell’apostolo Filippo di Bethsaida proveniente dalla basilica romana dei Santi XII Apostoli al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo.

Nella foto, un momento della ricognizione delle reliquie degli apostoli Filippo e Giacomo nella basilica romana dei Santi XII Apostoli

A consegnarla, il parroco della basilica fra Agnello Stoia, fra Silvestro Bejan, del Sacro Convento di Assisi, delegato generale per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso, e  fra Martin Kmetec del Convento di Sant’Antonio a Istanbul e Custode d’Oriente. Si unirà alla delegazione anche un altro parroco romano, padre Davide Carbonaro, che guida la comunità di Santa Maria in Portico in Campitelli, insieme ad alcuni fedeli, tra i l’archeologo Francesco D’Andria, che ha scoperto il sito dove l’apostolo è stato crocifisso e deposto a Hierapolis, in Frigia, l’odierna Pamukkale.




All’origine dell’iniziativa c’è la ricognizione degli apostoli Filippo e Giacomo minore che si è svolta lo scorso anno presso la Basilica dei Santi XII Apostoli, a Roma, dove sono custoditi i loro corpi dal VI secolo. Anche l’arcivescovo cattolico di Smirne, il domenicano Lorenzo Piretto, è venuto a venerare le reliquie e ha consegnato al parroco fra Agnello la richiesta da parte della comunità cattolica e ortodossa locale che l’apostolo Filippo potesse “tornare a casa”. Lo stesso patriarca Bartolomeo poi è particolarmente devoto a san Filippo. «Siamo felici di rinsaldare rapporti di amicizia e di comunione ecclesiale tra Roma e Costantinopoli nel nome di san Filippo e di san Francesco d’Assisi – il commento di fra Agnello Stoia -. Ci sentiamo nell’abbraccio di Paolo VI e di Atenagora, di papa Francesco e del patriarca Bartolomeo».




Fonte: RomaSette

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