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Ragazzi disabili riparano i vecchi computer e li donano alle scuole

Si chiama Progetto Dejavu e permette a 12 ragazzi dei centri residenziali della cooperativa Zora di partecipare a un laboratorio di riciclo di pc dismessi, che poi vengono donati a scuole e associazioni. “Si divertono molto, uscire dai centri residenziali li stimola a livello mentale”.

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Si chiama Dejavu ed è il progetto realizzato dall’Associazione Credere per Vedere per permettere a persone disabili dei centri residenziali gestiti dalla cooperativa Zora a Scandiano di partecipare a un laboratorio di riciclo di computer dismessi. “Al di là della rigenerazione dei computer, che ci vengono donati da privati o aziende, l’obiettivo è fare terapia occupazionale con queste persone – spiega Andrea Milani dell’associazione – I ragazzi si divertono molto, per loro uscire dai centri è importante, li stimola a livello mentale. E poi sono nate grandi amicizie”. L’Associazione Credere per Vedere è nata nel 2011 dall’idea di un gruppo di persone accomunate dall’interesse per il volontariato sociale e contestualmente è nato anche il Progetto Dejavu: “L’idea è stata di Stefano Giacomucci, ex assessore di Scandiano e operatore in una cooperativa sociale che mi ha coinvolto, conoscendo la mia passione per l’informatica”, continua Milani. Oggi l’associazione riunisce 12 persone tra soci e volontari.

Il laboratorio è stato allestito in un locale messo a disposizione in comodato d’uso gratuito dal comune di Scandiano “che ha creduto fin da subito nel progetto”. Il coinvolgimento della cooperativa sociale Zora ha permesso l’avvio delle attività. Sono 12 i ragazzi impegnati nel laboratorio tra gli ospiti dei centri socio-riabilitativi residenziali gestiti dalla cooperativa, Odoardina, Zorella e Stradora, con disabilità diverse, più o meno gravi. L’attività li impegna tre volte alla settimana, con turni di circa due ore.Lavorano in squadre di quattro “ma cerchiamo di farli ruotare nelle attività perché l’idea è farli partecipare a tutto il ciclo di recupero dei computer”, spiega Milani. Dal 2005 l’associazione Credere per Vedere fa parte di quelle supportate dal programma Google for non profit Italia che sostiene con i suoi servizi le organizzazioni senza scopo di lucro.

Foto: Associazione Credere per Vedere
Associazione Credere per Vedere - Pc disabili 2

In 4 anni di attività, Credere per Vedere ha recuperato 200 computer che sono stati regalati a diverse realtà, tra cui 4 scuole del territorio (l’ultima è stata la scuola secondaria Boiardo di Scandiano che, con i 15 computer ricevuti, ha allestito una nuova aula di informatica), la Croce Rossa di Scandiano, l’Unione italiana ciechi, il Popolo Sahrawi attraverso il progetto della Farmacia nel deserto promosso dal Comune di Albinea. Non tutti i computer vengono donati, “regaliamo quelli migliori, mentre quelli un po’ meno potenti ma comunque funzionanti li vendiamo a prezzi modici per sostenere le nostre attività”. Ora l’obiettivo è aprirsi ad altre realtà del territorio, “il feedback a livello di comunità è ottimo”. Nel frattempo, l’associazione parteciperà, per il secondo anno, a Fotografia Europea impegnando direttamente i ragazzi nel realizzare le fotografie che saranno esposte durante il festival.

Foto: Associazione Credere per Vedere
Associazione Credere per Vedere - Pc disabili 3


Redazione Papaboys (Fonte www.redattoresociale.it/LP)

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