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Qui l’Anno della Misericordia è già iniziato

È una parrocchia, anzi un gruppo di comunità parrocchiali in un angolo di Veneto che l’Anno giubilare della misericordia sembra averlo già inaugurato da tempo, trasformando lo straordinario in pastorale ordinaria. Senza proclami, senza squilli di tromba, ma semplicemente “facendo”.

Musile sul Piave--

Musile di Piave è un Comune del Veneziano, terra d’acque, bonifiche e laguna. Luogo di passaggio di eserciti, fino alla Grande guerra, e oggi di turisti balneari, ma anche di nuova immigrazione. Su 11 mila abitanti quasi il 12 per cento ha origini straniere. In questo contesto sorge la parrocchia di San Donato che fa parte della Collaborazione pastorale assieme alle chiese dei paesi limitrofi di Chiesanuova, Millepertiche, Passarella, Santa Maria di Piave, Caposile e Croce.

Il primo a venirci incontro, entrando nella grande canonica, è Vincent, un ragazzone nigeriano di 24 anni, arrivato in Italia nel 2010. Prima di giungere qui era stato ospite della parrocchia di Millepertiche, poi di una famiglia del posto. Da qualche tempo soggiorna al secondo piano della canonica, in quello che era diventato un magazzino. È stato lui a ridipingere e riadattare gli ambienti, che ora fungono da foresteria per lui e altri due giovani italiani in difficoltà. «Vivevo con lavoretti stagionali come la raccolta della frutta», racconta. Poi s’è scoperto con un naturale talento di animatore, tanto che alcuni albergatori lo hanno già ingaggiato per la prossima stagione. Canta Celentano e Michael Jackson, balla e recita. Uno come lui è un aiuto prezioso in oratorio e in chiesa. E lui si presta volentieri.

Vincent è l’ultimo dei ragazzi accolti nella “casa allargata” della parrocchia. Qui, ben prima che papa Francesco invitasse le parrocchie a ospitare i rifugiati, già lo si faceva da tempo, senza distinzioni di anagrafe o provenienza.

«Tutto ciò nasce dalla vocazione missionaria di questa parrocchia», spiega don Saverio Fassina, padovano, battagliero e vulcanico parroco di San Donato, che prima di giungere a Musile aveva trascorso cinque anni come fidei donum a Fianga, nel Ciad: «Quando sette anni fa arrivai qui, dopo l’esperienza africana, operava già un bel gruppo missionario. Questa terra, peraltro, negli anni, ha dato più vocazioni missionarie».

Su sollecitazione di alcuni giovani, il sacerdote effettua un primo viaggio in Guinea Bissau. Da questa prima esperienza sorge un originale percorso alla scoperta della mondialità chiamato «Il viaggio inizia dalla porta di casa»: «Quattro animatori adulti guidano un itinerario formativo scandito in dieci incontri. Alla fine c’è la proposta di un viaggio per fare un’esperienza di vita in una realtà missionaria». L’ultimo corso ha coinvolto trenta iscritti.

Ma non basta: il 2 giugno, festa della Repubblica, la parrocchia organizza, ormai da sette anni, anche una coloratissima festa multiculturale “Fratellini e sorelline d’Italia”, una giornata in collaborazione con Caritas e Amvo (Associazione migranti del Veneto orientale, che raccoglie i rappresentanti dei gruppi e associazioni di stranieri presenti nel territorio) all’insegna della pace tra i popoli, tra lanci di centinaia di palloncini con messaggi scritti dai bambini, la confezione di una enorme bandiera-patchwork e l’assaggio di piatti etnici.

Da tempo funziona in parrocchia anche un “Gruppo pellegrinaggi”, che porta in viaggio, più volte l’anno, una cinquantina di persone. Un ulteriore modo di andare incontro a realtà diverse per capire “l’altro”.

L’aiuto a chi è in difficoltà si concretizza in parrocchia in vari modi: dal Centro d’ascolto Caritas locale, che ogni lunedì distribuisce borse con alimenti, all’iniziativa “Una goccia nel mare” che funge da intermediario tra domanda e offerta di lavoro. Nella vicina Millepertiche, al Centro Caritas, un gruppo di mamme volontarie ha inaugurato un negozio per la distribuzione d’abiti e accessori per bambini con cambio merce. Lo hanno chiamato “Riportalo da Giò”, cioè da Gianna (Giò per tutti), una mamma che lo ha ideato: porti un abito che non serve più a tuo figlio e te ne prendi un altro. Così si educa anche a non sprecare.

Da due anni nella parrocchia di Musile funziona anche il gruppo di mutuo-aiuto “Ama oltre”: si tratta di adulti che hanno vissuto un grave lutto in famiglia, come, ad esempio, la perdita di un figlio in giovane età. Coadiuvati dal parroco, una psicologa e un medico, seguono un percorso terapeutico.

L’ultimo nato tra i gruppi di questa poliedrica comunità si chiama “Mamme per le mamme”: un’associazione pensata per dare a tante madri sole un ambiente accogliente, creato da mamme come loro.

Seguitissime sono anche le attività pastorali più tradizionali come il gruppo biblico che ogni anno, su iniziativa di don Saverio, propone la lettura continuata e relativo commento di un libro della Bibbia. Quest’anno è toccato al libro di Isaia. A seguirlo sono stati in novanta tra parrocchiani e non.

Finito? Certo che no, basterebbe sfogliare il periodico Emmaus che racconta le tante altre attività e iniziative di questa comunità cristiana. D’altra parte che attendersi di diverso da un sacerdote che ha fatto proprio il motto: «I sogni nel cassetto fanno la muffa»?

 




Redazione Papaboys (Fonte www.credere.it/Alberto Laggia)

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