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Quando Padre Pio impedì di mandare un bambino al collegio

Nella famiglia unita e santa Padre Pio vede il luogo ove germoglia la fede. Innanzitutto voleva che il bambino si battezzasse entro tre giorni, perché il cuore del piccolo diventasse subito dimora di Dio. Poi diceva: «Per legge di natura le prime parole che il bambino pronuncia sono mamma e papà, poi devono seguire i nomi di Gesù e Maria».

Così nella famiglia per lui si ha l’iniziazione al colloquio col mondo dello spirito. A chi voleva sapere quali preghiere recitare giornalmente rispondeva: «Le preghiere che ci hanno insegnato le nostre mamme».
Il Santo inoltre vede nella mamma e nel papà gli iniziatori ed i tutori della moralità da trasmettere ai figli prima con l’esempio e poi con la parola. Ad uno che gli chiedeva un metodo pratico per ben comportarsi da Cristiano nella vita rispondeva: «Come ci hanno educato i nostri genitori». È per queste ragioni che il Padre era contrario a che i genitori mettessero i figli in collegio. Ed asseriva che i ragazzi “se hanno qualcosa di buono, lì dentro perdono tutto, e apprendono il male degli altri”.






Un giorno Marco, figlio del dottor Sala, medico personale di Padre Pio, andò in Convento e si lamentò col Padre: «Papà mi vuole mettere in collegio ed io non ci voglio andare». «Mandalo da me», rispose prontamente Padre Pio. Il giorno dopo il dottore incontrò il Santo che gli disse: «Senti, perché vuoi chiudere in collegio quel povero figlio?». «Padre, voi sapete quanti ne ho a casa: cinque. Sono vivaci e mettono in croce tutti, dalla mamma alla governante». «E ti sei dimenticato di come eri tu? Ed i tuoi genitori ti ha messo in collegio?». Così Marco non partì.

Padre Marcellino IasenzaNiro,
“Il Padre”. San Pio da Pietrelcina. La missione di salvare anime,
pp. 138-140




Fonte www.settimanaleppio.it

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