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Quando impareremo che i bambini chiusi in macchina sotto il sole muoiono?

 Quando impareremo che i bambini chiusi in macchina sotto il sole muoiono?Un bimbo di due anni è stato ricoverato al Gaslini con un principio di disidratazione perché i genitori l’avevano lasciato nell’auto, parcheggiata nel terminal traghetti di Genova. Ora, visto che non so quante altre volte è già successo, devo dire che io non riesco a capire perché quello del bimbo lasciato-dimenticato in macchina (e che spesso muore) è diventato uno degli appuntamenti fissi della nostra estate.
Dopo il pericolo caldo per gli anziani rimasti in città, gli aperitivi al tramonto sulla spiaggia, lo sciopero dei traghetti e degli aerei, gli italiani che non hanno i soldi per andare in vacanza e il caro spiagge, ora c’è il bimbo dimenticato in auto sotto il sole. Leggo che anche le piante memorizzano le informazioni ricevute e che lo facciano anche gli animali è risaputo, studiato e classificato da decenni. Ora, quello che non riesco a capire è perché l’animale uomo sembra che non memorizzi.
Il bimbo questa volta non è morto perché polizia e passanti occasionali hanno evitato la tragedia. I genitori sono stati arrestati, poi scarcerati; il bimbo reidratato è in ospedale e la sorellina di dodici anni, lasciata a custodia del fratello, non so dov’è. Mi chiedo cosa non riusciamo a capire del fatto semplice e chiaro che un bambino lasciato in macchina al sole, muore. Cosa ci sfugge? Forse non erano italiani e non hanno mai letto di precedenti analoghe tragedie? Eppure erano in grado di organizzare vacanze e prenotazioni sul traghetto.
Non basta guardare come scendiamo dalla macchina in questi giorni? La camicia incollata alla schiena, i pantaloni infuocati che sembrano spilli sulla pelle. È il caldo del sole di luglio, miei cari. È la lamiera infuocata della macchina. È il tessuto di plastica dei sedili. Combinati insieme ai finestrini chiusi, un bambino lì dentro muore. Memorizziamolo. Come fanno gli animali. Come fanno le piante.

Perché non abbiamo bisogno che su un costume di carnevale di Superman ci sia scritto: “L’uso di questo indumento non vi consente di volare”? Oppure: “Ricordarsi che gli oggetti nello specchio sono realmente dietro di voi” su una confezione di specchietti retrovisori per biciclette? O anche: “Dopo l’apertura mantenere verticale” su una bottiglietta di succo? Abbiamo bisogno di questo? Che sul libretto di istruzioni delle nostre macchine totalmente automatizzate, ci sia scritto: “Non lasciare bambini al sole chiusi dentro la macchina”? Di questo abbiamo bisogno? Il buon senso, il senso di responsabilità, l’amore, a che pagina lo vogliamo trovare nel libretto delle istruzioni? Proviamo così, allora: da oggi, la prima domanda per l’esame della patente sarà: “Lo sai o no che non si lasciano al sole i bambini chiusi in macchina perché muoiono?”. Così andrà meglio?

Di Don Mauro Leonardi

Tratto da L’Huffingtonpost

1 COMMENTO

  1. Forse la fretta, forse i pensieri che angustiano ogni adulto, hanno distratto migliaia di genitori in tutto il mondo causando immani tragedie e lo stillicidio dei bimbi dimenticati nei veicoli.
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