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Processione a Oppido: vicario generale, piena condivisione col Vescovo

UpkPfA5XLjg4QPjIXsNBmidETEoxfLuLvKd7yFPxgUk=--CALABRIA – OPPIDO MAMERTINA – “Alla luce della risonanza nazionale, sollevata dall’episodio blasfemo verificatosi il 2 luglio scorso, in occasione della processione della Madonna delle Grazie a Oppido Mamertina-Tresilico, che ha interessato tutti i mass media e diverse personalità religiose e civili, finanche qualche ministro” i vicari pastorali e foranei della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi “prendono le distanze da quanto avvenuto ed esprimono piena condivisione con la posizione del vescovo, nella convinzione che non ci può essere nessuna commistione tra Chiesa e ‘ndrangheta. Come ci può essere, del resto, legame se la prima parla il linguaggio dell’amore e la seconda quello della vendetta, della sopraffazione e della morte?”. È quanto si legge in una nota del vicario generale, mons. Giuseppe Acquaro, dopo un incontro avuto questa mattina con i vicari. Quello che è avvenuto a Oppido, “offende e non onora la Madre di Dio” e “rischia di mettere in ombra, in quest’Anno della carità, fortemente voluto dal nostro vescovo per la diocesi, quanto sin dall’inizio del suo ministero episcopale, senza sosta e con ogni zelo, egli va operando per la conciliazione della comunità, in particolare della città di Oppido Mamertina, con conferenze, catechesi, ritiri spirituali, fino al recente Congresso eucaristico diocesano”.

“In attesa che le autorità religiose e civili, che stanno indagando – prosegue mons. Acquaro – chiariscano senza incertezze quanto di fatto è avvenuto, nonché responsabilità e connivenze, i vicari sollecitano i mezzi di comunicazione a non condannare in blocco la nostra comunità, dimenticando che, se certo non mancano ombre e debolezze, la stragrande maggioranza del nostro popolo vive una religiosità semplice e autentica e la diocesi di Oppido Mamertina-Palmi ha un clero che, giorno per giorno, su un territorio certamente difficile, si sacrifica talora con eroismo e spesso rimane unico punto di riferimento di una comunità schiacciata dal peso di una quotidianità assillata da mille problemi”. Fonte: Agensir

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