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Prendiamo atto delle critiche turche, ma niente polemiche

Prendiamo atto delle critiche turche, ma niente polemicheÈ la risposta della Santa Sede agli attacchi di Erdogan. Oggi Davutoglu ha accusato il Papa di avere aderito al «fronte del male» che complotta contro la Turchia.

Il Vaticano prende atto delle critiche della Turchia al Papa dopo le parole pronunciate da Francesco sul «genocidio» armeno, non intende fare polemiche e, per bocca del suo portavoce, definisce come «interessante» l’accenno di ieri del presidente turco Recep Tayyp Erdogan sulla prospettiva di aprire gli archivi e fare una commissione congiunta sugli eventi del 1915.

«Abbiamo avuto una linea molto precisa e coerente, vorrei rimanere su questa», ha detto padre Federico Lombardi rispondendo ai giornalisti nel corso di un briefing sulla riforma della Curia.

«Quello che ha detto il Papa mi sembra chiaro come il sole: lo ha detto, lo ha articolato, ha fatto riferimento alla dichiarazione comune di Giovanni Paolo II e Karekin, cioè ha usato il termine genocidio mettendosi in continuità con un uso già compiuto di quella parola, ha sottolineato la contestualizzazione storica, ricordando quello armeno che era una di tante altre cose orribili successe nel secolo scorso e che stanno succedendo ancora. Il suo messaggio è stato: vediamo di prendere atto della storia per avere poi gli atteggiamenti adeguati per andare avanti in modo che queste cose non si ripetano. Il discorso è stato molto chiaro per chi lo voleva cogliere, molto ricco, anche con un riferimento positivo al desiderio di riconciliazione e dialogo tra popolo turco e popolo armeno. Questo – ha detto ancora Lombardi – non doveva essere ulteriormente spiegato o difeso da parte mia o di altri: se da parte turca ci sono state reazioni, obiezioni, critiche ne prendiamo atto, ma non abbiamo ritenuto il caso di fare una polemica, battibecchi. Prendiamo atto che ci sono state reazioni».

«Io – ha aggiunto Lombardi – ho trovato interessante il tema della commissione storica mista e degli archivi storici di cui ha parlato Erdogan, credo sia una tematica su cui l’evento di domenica ha dato un’ulteriore impulso forte per una riflessione, anche nella prospettiva del Papa per una riflessione che coinvolge anche l’attualità, che sia di lezione per la storia e per l’oggi, con l’intenzione e il desiderio di un’ulteriore riflessione e dialogo». Il Presidente turco, commentando ieri le parole del Papa, aveva detto, tra l’altro: «Qui voglio ripetere il nostro appello a creare una commissione congiunta di storici e sottolineare che siamo pronti ad aprire i nostri archivi». Padre Lombardi non ha commentato ulteriormente altri passaggi di Erdogan («Voglio avvertire il Papa di non ripetere questo errore e condannarlo»). Più in generale, «non abbiamo polemiche da fare, prendiamo atto delle critiche».

 la risposta della Santa Sede agli attacchi di Erdogan. Oggi Davutoglu ha accusato il Papa di avere aderito al «fronte del male» che complotta contro la Turchia.

Nel frattempo oggi il premier turco Ahmet Davutoglu ha accusato il Papa di avere aderito al «fronte del male» che complotta contro la Turchia e ha definito non vere le affermazioni di Francesco secondo cui il massacro degli armeni è stato il primo grande genocidio del XX secolo. «Un fronte del male s’è formato contro di noi, ora pure il Papa vi ha aderito», ha detto Davutoglu ad Ankara, in occasione della presentazione dei candidati dell’Akp alle elezioni del 7 giugno. Secondo Davutoglu, di questo «fronte del male» farebbero parte anche i partiti di opposizione Chp e Hdp, che asseconderebbero «progetti» stranieri per mettere in difficoltà l’Akp in vista delle elezioni. «Mi rivolgo al Papa – ha proseguito il Premier – Quelli che sono fuggiti dall’inquisizione cattolica in Spagna hanno trovato la pace a Istanbul e Izmir. Siamo pronti a discutere le questioni storiche, ma non permetteremo che la gente insulti la nostra nazione facendo ricorso alla storia».

Di Iacopo Scaramuzzi per Vatican Insider (La Stampa)

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