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Povero tra i poveri: 15 anni fa la morte di dom Hélder Camara

ELDER CÂMARA.tnIl 27 agosto di 15 anni fa moriva Hélder Camara, uno dei vescovi latinoamericani più amati, che mise i poveri al centro della sua vita e della sua azione pastorale.

Per ricordare questa figura, la rivisita dei Gesuiti Popoli ha pubblicato un articolo di Gerolamo Fazzini che pone l’accento sulle analogie tra il vescovo brasiliano e Jorge Mario Bergoglio. 

Alessandro Gisotti della Radio Vaticana ha chiesto a Fazzini di spiegare perché la figura di Camara sia ancora così attuale:

R. – L’ho anche verificato direttamente, andando in Brasile: c’è una memoria molto viva di Camara, direttamente collegata proprio alla sua predilezione per i più poveri, per gli ultimi. Non fu così fin dall’inizio perché Camara – giovane sacerdote – aveva avuto una formazione di altro tipo: era meno attento a questo aspetto, un po’ come Romero che poi è cambiato nel corso della sua vita e della sua esperienza episcopale. Questo, però, sicuramente è un tratto fondamentale della sua personalità.

 D. – Papa Francesco si è presentato con questo binomio che ormai tutti conosciamo: pastore e popolo. In qualche modo, anche qui vediamo una similitudine…

 R. – Sicuramente, sì. C’è questa dimensione del suo essere pastore come una persona però non irraggiungibile; una guida ma non uno che comanda, non uno che sta in cattedra, dall’alto. Già il termine dom – che viene normalmente usato in Brasile anche per i vescovi – dice questa vicinanza e nel caso di Camara questo era ancora più esplicito.

 D. – In un articolo su “Popoli”, parli quasi di un’anticipazione in alcuni tratti; comunque, c’è un richiamo, anche, a volte in affermazioni, parole e anche in gesti che si rifanno, che anticipano in qualche modo Bergoglio…

 R. – Direi che questo un po’ l’ho visto e capito anche andando a Recife, stando nei luoghi di Camara: nella sua chiesa, Igreja das Fronteiras; vedendo la sua camera; il suo studio. Questo elemento della povertà, dell’essenzialità, della semplicità che Papa Francesco vive giorno per giorno e che ha colpito tutti, è qualcosa che già Camara aveva vissuto, inaugurato in prima persona. Una stanzetta molto semplice gli faceva da studio, una camera altrettanto semplice con un’amaca dove lui ha dormito gli ultimissimi tempi … qualcosa che oggi potremmo paragonare alla residenza di Santa Marta di Papa Francesco. Ma, non è solo questo: un altro elemento che accomuna i due personaggi è il tratto umano. L’attenzione concreta alle persone, la tenerezza, il chinarsi sull’altro come se in quel momento fosse la persona più importante. Questo aspetto me l’hanno raccontato più persone. Anch’io ho avuto la fortuna di conoscere Camara durante uno dei suoi viaggi in Italia e mi ha colpito molto il suo sorriso, la capacità di fermarsi, parlare e interloquire con le persone anche se poi c’era la barriera linguistica. Questi sono tutti elementi che, nel vissuto di Camara, richiamano un po’ Papa Francesco.

 D. – Per la sua attenzione ai poveri, Camara è stato accusato da alcuni ambienti di essere un comunista e vediamo che, tutto sommato, qualcuno oggi accusa anche Papa Francesco di essere un marxista. Le risposte dei due, di Bergoglio e di Camara, sono incredibilmente simili: il povero non è una bandiera comunista, è la bandiera del Vangelo…

 R. – Esatto. Camara, anche nei suoi discorsi, andava molto alla radice delle disuguaglianze, cioè si interessava del povero concreto ma chiedeva anche di farsi carico delle ragioni delle disuguaglianze, delle povertà, e lo stesso fa Papa Francesco. È chiaro che questo atteggiamento può infastidire chi, invece, vorrebbe mantenere lo status quo, quindi, un’attenzione al povero ma solo e semplicemente in chiave assistenziale e non una messa in discussione di un sistema più globale di alcune regole non scritte che poi però – lo sappiamo – creano le ingiustizie. Anche in questo chinarsi sul povero “concreto” ma allo stesso tempo chiedere a ciascuno di fare il proprio dovere per lottare contro le ingiustizie – causa della povertà e della miseria – ci vedo parentele “spirituali” tra Camara e Papa Francesco.

 

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