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Possiamo recitare il Santo Rosario insieme al nostro Angelo Custode? Ecco cosa diceva Padre Pio

Quel legame speciale fra Padre Pio e l’Angelo Custode

Padre Pio si faceva aiutare dal suo angelo per portare conforto alle anime…

Padre Gabriele Bove ha raccontato un dialogo molto particolare avvenuto una sera con Padre Pio da Pietrelcina. “È bene che ciascuno dei vostri angeli stia con il suo protetto“.

Come si comporta l’angelo custode durante il giorno e la notte?

Alcuni figli spirituali, lo hanno chiesto a San Pio da Pietrelcina ed ecco le sue risposte, in queste due testimonianze:

Margherita Cassano chiese una volta al santo: “Padre mi hanno detto che la preghiera fatta in comune è più valida di quella recitata da sola secondo quanto ha detto Gesù, “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt18,20). Io recito il rosario sola in casa, sola per la strada, sola sul posto del lavoro”.

Padre Pio le rispose così: “E perché mai non reciti il rosario con il tuo angelo custode? L’Ave Maria l’affidi a lui e la Santa Maria Maria la riservi a te. L’Ave, come ci ha detto san Luca, è il saluto di Dio a Maria messo sulla bocca di un angelo, perciò è buona e bella cosa che ci siano anche gli angeli custodi a dirla”.

Padre Pio e l'angelo custode
Padre Pio e l’angelo custode

Padre Pio si faceva aiutare, tra l’altro, anche dal suo angelo per portare conforto alle anime, come, ad esempio, più volte faceva per padre Benedetto, il suo primo direttore spirituale.

A questo proposito, padre Gabriele Bove raccontava un interessante episodio, che merita di essere riportato. Una sera, mentre sta accompagnando il frate a riposare, insieme a padre Gianbattista, cercando di confortarlo, gli dice:

“Non dubiti, […] il riposo di questa notte le gioverà; e poi…noi pregheremo il suo angelo custode che verrà a confortarla. Questa mia ultima espressione gli tornò talmente strana che, si scatto, arrestò il passo e, con voce robusta, mi gridò: “Ma che dici mai?…Addà ggirà (deve andare in giro) […]”.

Poco dopo, nuovamente e con delicato accento, gli dissi: “Padre, se il suo angelo deve andare in giro a confronto dei malati ed a soccorso dei peccatori, permette che i nostri due angeli custodi ne prendano il posto”.

“No, mai”; mi rispose con fermezza. “Anzi è bene che ciascuno dei vostri angeli stia con il suo protetto”.

Si, va bene; è giusto che si così, padre”; risposi con il padre Gianbattista […].

Prosegue padre Bove:

“Facemmo ancora pochi passi verso la sua celletta. Poi, prima che rientrasse, […] ci disse, sorridendo, con voce pacata: […] ‘Non si può mai sapere. E se questi angeli entrano in gelosia?‘. Era una delle sue battute […]. Il suo angelo già si accingeva ad andare in giro per il mondo, in missione notturna”.

(Fonte sanfrancescopatronoditalia.it/Aleteia – Don Marcello Stazione)

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