Pubblicità
HomeNewsFamilia et MensPolitiche di conciliazione tra vita e lavoro per rilanciare l'economia

Politiche di conciliazione tra vita e lavoro per rilanciare l’economia

mammapFESTIVAL DELLA FAMIGLIA – Terza edizione per l’appuntamento promosso dalla Provincia autonoma di Trento. Il tema scelto: “L’ecosistema vita e lavoro. Occupazione femminile e natalità, benessere sociale e crescita economica”. Ai partecipanti il messaggio di Papa Francesco: serve “una straordinaria e coraggiosa strategia in favore delle famiglie. Da qui può iniziare anche un rilancio economico per il Paese”. Lo strumento del “Family audit”

Quali legami esistono tra l’occupazione femminile, la natalità, il benessere e la crescita economica? La domanda è molto complessa e stimolante, specie oggi che il nostro Paese è sotto la nuova “tegola” del downgrade (abbassamento di valutazione finanziaria) da parte dell’agenzia di rating Standard & Poor’s, che ormai considera l’affidabilità del debito pubblico italiano quasi a livello junk, cioè “spazzatura”. Quali considerazioni a tutto ciò? Proviamo a vedere la questione dal punto di vista dell’armonia sociale, partendo da quanto ha proposto la provincia autonoma di Trento con il terzo Festival della Famiglia (Riva del Garda, 5 dicembre). Il tema è stato “L’ecosistema vita e lavoro. Occupazione femminile e natalità, benessere sociale e crescita economica”. Sono i termini scelti – non a caso – per la domanda iniziale, se cioè ci siano dei legami tra il lavoro (quello femminile, in particolare) e la crescita, tanto invocata da tutti i governi, specie da quest’ultimo a guida Renzi, dopo 8 anni di progressivo declino e dopo, purtroppo, una serie di “rating”, cioè valutazioni o voti se si preferisce, sempre più bassi e severi.

Lavoro della donna e armonia sociale.
Le ricette degli economisti, oggi, puntano su complicate alchimie tra produttività, pressione fiscale, parametri occupazionali, innovazione, export e accesso al credito. Sono tutte voci necessarie, anzi indispensabili per assicurare un ordinato sviluppo dei fattori economici e lavorativi. Ma – ha ricordatoPapa Francesco nel messaggio ai partecipanti al Festival – non si può dimenticare la famiglia, e con essa la valorizzazione anche lavorativa della donna. Il Papa ha sostenuto fondamentalmente due concetti: il primo è che il declino sociale è collegato al “preoccupante andamento demografico” e che per arginarlo occorre “una straordinaria e coraggiosa strategia in favore delle famiglie”, perché “da qui può iniziare anche un rilancio economico per il Paese”. Dentro questa strategia ci deve essere una serie di azioni per “risolvere il dramma della disoccupazione soprattutto giovanile”. Il secondo concetto è che servono “politiche familiari” in cui trovino posto forme di sostegno all’occupazione femminile. “Molte donne – ha affermato – avvertono il bisogno di essere meglio riconosciute nei loro diritti, nel valore dei compiti che esse svolgono”. Per molte, poi, la mole dei compiti domestici e sul lavoro risulta eccessiva, moltiplicando “le responsabilità di conduttrice della casa e di educatrice dei figli”.

“Ecologia” umana e familiare come valore.
Ecco, quindi, alcune indicazioni pratiche emerse al Festival. La prima consiste nel considerare “l’ecosistema vita-lavoro” come il campo elettivo in cui gli enti pubblici, le aziende e le associazioni delle stesse famiglie si “alleano” per elaborare strumenti davvero “family friendly”, cioè amici della famiglia. La Provincia di Trento, con l’Agenzia per la famiglia, la natalità e le politiche giovanili, indica un percorso virtuoso, che potrebbe utilmente essere seguito da tante altre realtà: il “focus” sta nell’elaborare politiche organiche per la famiglia e per tutti i suoi membri. Solo così il benessere del micro-cosmo familiare si traduce in un benessere collettivo. Il secondo insegnamento è che l’adozione di piccoli ma importanti strumenti quali il “Family audit”, che è una approfondita analisi di come le aziende e le istituzioni rispondono ai bisogni dei propri dipendenti, favorendoli nella loro vita familiare, si traduce in un beneficio anche per le imprese e la società. È stato calcolato che dove un’azienda è “family friendly”, pur spendendo qualcosa e rinunciando alla presenza fisica costante dei dipendenti grazie al “telelavoro”, di fatto realizza un guadagno: l’8% in termini economici e un +10-15% in termini di presenze (diminuiscono le assenze per malattie e per motivi di cura).

Se la famiglia sta bene, sta bene anche la società.
È talmente valido questo strumento del “Family audit” che il Governo lo ha adottato ufficialmente, firmando con la Provincia di Trento un protocollo d’implementazione nazionale. Con questo accordo l’Agenzia trentina diventa capofila nei protocolli di selezione e valutazione delle aziende italiane che scelgono di farsi analizzare. Ci sono dei costi da sostenere, ma il Governo metterà delle risorse perché sempre più imprese si sottopongano alla valutazione, mostrando quanto sono disposte a fare per aiutare i dipendenti nella conciliazione famiglia-lavoro. Vedremo quale riscontro avrà questa novità, che finora ha riguardato un centinaio di società ed enti su scala italiana. Luciano Malfer che dirige l’Agenzia, afferma che “presto potrebbero crescere a 200 le realtà coinvolte. È una cultura da diffondere, dai forti contenuti positivi e auto-promozionali”. Siccome stiamo parlando di entità medio-grandi, sarebbe l’inizio di un percorso culturale che potrebbe rendere concreto il pensiero che afferma: se la famiglia sta bene, sta bene la società. Se la famiglia è serena, prospera anche la società. Luigi Crimella per Agenzia Sir

SCRIVI UNA RISPOSTA

Scrivi il commento
Inserisci il tuo nome