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Per l’amore ci vuole il contatto fisico

Per l'amore ci vuole il contatto fisicoCarcova News è la rivista di una bidonville di Buenos Aires. È un giornalino autogestito redatto dai giovani di una periferia molto difficile e mai si sarebbe sognato che il Papa rilasciasse, pochissimi giorni fa, proprio a loro, un’intervista.

Durante quel dialogo straordinario, parlando del bisogno di avere rapporti veri, reali, Francesco ha detto che serve “il rapporto fisico, affettivo, il rapporto nel tempo e nel contatto con le persone” e poche righe prima, parlando di figli, diceva che hanno bisogno di quell’appartenenza che si dà “con l’amore, con l’affetto, con il tempo, prendendoli per mano, accompagnandoli, giocando con loro”.

Francesco sta restituendo la pelle all’umanità. Quando il Papa a gennaio di questo anno ha dato il battesimo a dei bambini molto piccoli ad un certo punto ha detto: “Voi mamme date ai vostri figli il latte – anche adesso, se hanno fame e piangono, potete dare loro il latte”. Aveva già detto cose del genere ma l’11 gennaio 2015 ha detto “anche adesso, anche qui”. L’amore passa per il desiderio di ciò che l’altro ha ed è, per questo ho assolutamente bisogno del corpo di chi amo. E non ne voglio un altro, voglio lui, voglio lei. E ci voglio mettere la bocca e le mani sopra a quello che è con il suo corpo.

Le persone che diffondono l’allattamento al seno sanno benissimo che il latte non si attiva solo in stato di gravidanza ma anche avendo un bambino addosso, tecnicamente si chiama “accudimento prossimale”, e può avvenire anche alle mamme che adottano. Anche agli uomini. Si, avete letto bene, anche agli uomini.

Abbiamo bisogno di starci addosso – con il contatto fisico – perché il nostro corpo non segna solo un confine, una distanza che mi definisce, ma sono porte e finestre per fare entrare, per comunicare. Massaggiare, portare con la fascia, allattare sono elementi fondamentali per la stabilità affettiva, per l’attaccamento sicuro. Il Papa ha studiato queste cose? Non me lo ha detto. Ma di certo sa che quando un ragazzo fa una domanda non vuole solo sapere “qualcosa”, ma chiede “di te”. Perché ti chiede chi è lui. Vuole vedere cosa tu vedi di lui, perché lui vuole vedersi in te, conoscersi attraverso te. E, giungere, attraverso il contatto, alla verità dell’amore.

Di Don Mauro Leonardi

Articolo tratto da L’Huffingtonpost

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