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Padre Cataldo, esorcista francescano, ci parla delle differenze tra possessione diabolica e malattie psichiatriche!

Padre Cataldo Migliazzo, francescano, 78 anni, esorcista da quindici a Palermo, parla per la prima volta di “Liberami”, il documentario che lo vede protagonista e che, dopo aver vinto a Venezia nella sezione Orizzonti, è approdato al cinema. L’intervista completa (a lui, all’altro esorcista padre Carmine e alla regista Federica di Giacomo) sarà in edicola con Famiglia Cristiana da giovedì 6 ottobre e poi in parrocchia.

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Padre Cataldo Migliazzo, francescano, 78 anni, esorcista da quindici a Palermo, è il protagonista di “Liberami”, il documentario di Federica Di Giacomo, premiato a Venezia e ora nei cinema. Un’opera che parte da un dato: la crescita esponenziale della richiesta di esorcisti in Italia e nel mondo.   «Il nostro è prima di tutto un lavoro di accoglienza, di ascolto, di discernimento», ci ha spiegatoa capacità che si ottiene, spiega padre Carmine, l’altro esorcista presente nel film «grazie all’esperienza, perché il confine tra possessione e malessere psichico spesso è molto labile. E ci sono persone che vogliono sentirsi dire che stanno male per colpa del diavolo, perché è molto difficile ammettere il proprio disagio psichico».

Ma ce ne sono tante altre che, dopo essere passate inutilmente da psicologi e psichiatri (e, spesso, da maghi e altri ciarlatani), approdano all’esorcista come ultima spiaggia. «Sono persone veramente possedute», aggiunge padre Cataldo, «che vanno in trance, hanno continue ossessioni, alternano il pianto a manifestazioni di aggressività. Io pratico l’esorcismo, ma dico sempre che il vero rimedio è la fede vissuta ogni giorno attraverso i Sacramenti e la lettura della Bibbia».

Io so chi tu sei: il santo di Dio!




Aggiunge la regista: «Le persone hanno accettato di essere riprese per la nostra dedizione: il lavoro con loro è durato per tre anni. E perché ci dicevano: “Se mostro quello che provo io, forse può essere d’aiuto ad altri che vivono una situazione simile alla mia”. Prima di incontrare padre Cataldo e padre Carmine si sentivano sole, senza speranza. E non erano tutti cattolici praticanti, anzi».




Redazione Papaboys (Fonte www.famigliacristiana.it)

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