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Parla la mamma di Nicole: ‘È morta tra le mie braccia. Ci ha insegnato a vivere ogni attimo’

“L’ho tenuta in braccio fino alla fine e anche dopo. Nicole è mancata così, in un abbraccio tenero, era serena, non ha sofferto, è stata brava, non mi ha fatto disperare neppure questa volta: era lì, con me, la tenevo posata al mio cuore ed è volata via”.

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La mamma della piccola Nicole ora trova la forza di raccontare le ultime ore di vita della sua amata figlia. Nicola aveva sei anni e a casa di una malattia degenerativa il giorno della vigilia di Natale è morta fra le braccia della sua mamma. La donna, Michela Lorenzin, aveva ricevuto un bellissimo regalo per Natale dai suoi colleghi: avendo finito tutti i giorni di ferie per stare accanto alla figlia che stava per morire, i suoi colleghi le hanno regalato le loro.

Così Michela è potuta stare vicina a Nicole nei suoi ultimi istanti di vita. La bimba, infatti, poteva stare soltanto distesa sul divano con alcuni macchiari che la tenevano in vita. La mamma sapeva che era tutto una questione di ore. Tra la notte di giovedì e venerdì, Nicole ha avuto una crisi e le sue condizioni si sono ulterirmente aggravate. Non c’era più tempo. Nicole è morta la sera del 24 dicembre. Ieri, si sono svolti i funerali nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio Abate, a Marostica (Vicenza) e oggi, raggiunta dal Corriere della Sera, Michela ha la forza di raccontare cosa è successo.

“Ripenso a quello che ci è capitato prima che Nicole si sentisse male – spiega commossa Michela Lorenzin -. Gli ultimi giorni traboccavano di felicità. Sono successe un sacco di cose. Sono venuti a trovarci a casa alcuni volontari travestiti da pagliacci. E poi è arrivato Babbo Natale e Nicole non la smetteva di sorridere. Sotto la barba c’era un mio collega, che mi aveva regalato tre settimane di ferie. Mia figlia conquistava il cuore di tutte le persone che incontrava: ha vissuto poco ma è riuscita a farsi amare da tutti”.

Nicole era affetta da tetraparesi spastica. Aveva collegati a sé una serie di macchinari che suonavano quando la piccola stava male. Il peggio era durante la notte. Ma lei e i genitori hanno resistito per sei anni. Sei anni fatti di grandi gioie, ma anche di grandi dolori. Poi quel regalo dei colleghi di Michela. Ma la favola è finita troppo presto e ora ai genitori di Nicole resta solo un grande ricordo della loro amata figlia.




“Prima ero una donna fragile – continua – Nicole mi ha insegnato la forza e il coraggio di vivere l’amore infinito, la speranza per il futuro e la gioia. È questo che mi ha trasmesso, è meraviglioso. Anche se non poteva parlare, diceva tutto. Lei mi adorava e a me bastava questo. Facevo un sorriso, una risata, e lei mi copiava, capiva, e si divertiva come una matta. Però voleva essere circondata solo da persone felici. Quando brontolavo per qualche motivo, mi riprendeva lamentandosi come per dire: ‘Mamma non devi essere arrabbiata’. E allora mi veniva da ridere e le rispondevo: ‘Hai ragione, ho capito…’. Funzionava così il nostro rapporto: era una vitamina di felicità. Questo è l’insegnamento più importante che ci ha lasciato”.

Cosa può insegnare la storia di Nicole e il gesto dei colleghi di Michela Lorenzin? “Che la vita è bella – dice la donna -. Nonostante le difficoltà, il dolore, le cattiverie, la vita è bella. E poi, con tutta questa solidarietà che abbiamo ricevuto, la vicenda di Nicole dimostra a tutti che il tempo è prezioso, e come tutte le cose preziose va donato per dare una mano alle persone che amiamo. Io e mio marito vogliamo che Nicole aiuti anche loro. Tutti i soldi raccolti in questi giorni e fuori dalla chiesa verranno devoluti all’’Isola che c’è’, l’hospice pediatrico di Padova che sostiene i bambini come lei, che soffrono di patologie complicate. È una struttura molto bella, e se grazie a nostra figlia potranno aiutare anche soltanto un bimbo in più, sarebbe un meraviglioso traguardo. Lei, da lassù, sarà ancora più contenta”.





Redazione Papaboys (Fonte www.ilgiornale.it/Anna Rossi)

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