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Papa Francesco vicino ad Amatrice, ecco il suo messaggio

Papa Francesco vicino ad Amatrice, ecco il suo messaggio di speranza per il futuro e la ricostruzione. Redazione Papaboys 3.0

Il Papa ad Amatrice, dove lo Stato distrugge la società civile

Un “rinnovato modo di vivere il mondo, per dargli futuro, per custodirne la bellezza e l’integrità per il bene di ogni vivente”, perché oggi “sono i poveri a pagare il prezzo più alto delle devastazioni ambientali”. È quanto auspica Papa Francesco in un Messaggio al II Forum delle Comunità Laudato si’, oggi ad Amatrice sul tema: “Pianeta Amazzonia”.

Umanità più indifesa

Rivolgendo lo sguardo alle Comunità Laudato si’, movimento di persone e associazioni promosso dalla Chiesa di Rieti e da Slow Food per diffondere il pensiero dell’omonima Enciclica del Pontefice. Papa Francesco ricorda il devastante terremoto che colpì Amatrice e l’Italia centrale nell’agosto 2016, con – scrive il Papa nel testo, letto ai lavori da Paolo Ruffini, Prefetto del Dicastero per la comunicazione – un “prezzo altissimo” in numero di vittime, oltre 300. Il “ricordo” di Amatrice, visitata due mesi dopo il sisma, nell’ottobre 2016, è – assicura – “sempre presente” nel suo cuore, ed è un “segno di speranza” il ritrovarsi proprio in tale luogo per trattare “gli squilibri che devastano la nostra ‘casa comune’”.

Non solo è un segno di prossimità a tanti fratelli e sorelle che ancora vivono nel guado tra il ricordo di una spaventosa tragedia e la ricostruzione che tarda a decollare. Esprime anche la volontà di far risuonare forte e chiaro che sono i poveri a pagare il prezzo più alto delle devastazioni ambientali. Le ferite inferte all’ambiente, sono inesorabilmente ferite inferte all’umanità più indifesa.

Giustizia sociale ed ecologia sono interconnesse

Dopo aver affrontato lo scorso anno il tema della plastica che sta “soffocando il nostro pianeta”, osserva il Papa, il Forum del 2019 riflette sulla “situazione grave e non più sostenibile dell’Amazzonia e dei popoli che la abitano”. Ispirandosi al tema del Sinodo dei Vescovi che si celebrerà l’ottobre prossimo per la regione panamazzonica e di cui recentemente è stato presentato l’Instrumentum laboris. La situazione dell’Amazzonia, evidenzia il Pontefice citando sia la propria Enciclica, sia quella di Populorum progressio di San Paolo VI, è “triste paradigma” di quanto sta avvenendo in più parti del pianeta, dove prevalgono “una mentalità cieca e distruttrice che predilige il profitto alla giustizia” e un “atteggiamento predatorio con il quale l’uomo si rapporta con la natura”.

Non dimenticate che giustizia sociale ed ecologia sono profondamente interconnesse! Ciò che sta accadendo in Amazzonia avrà ripercussioni a livello planetario, ma già ha prostrato migliaia di uomini e di donne derubate del loro territorio. Divenute straniere nella propria terra, depauperate della propria cultura e delle proprie tradizioni, spezzando l’equilibrio millenario che univa quei popoli alla loro terra. L’uomo non può restare spettatore indifferente dinanzi a questo scempio, né tanto meno la Chiesa può restare muta: il grido dei poveri deve risuonare sulla sua bocca.

Dossologia

Francesco ricorda quindi che le Comunità Laudato si’ sono impegnate anche a “favorire nuovi stili di vita”. In tale prospettiva “pragmatica”, estende la propria riflessione a tre parole: dossologia, eucaristia e ascesi. Di fronte al bene dell’uomo, che “della creazione è vertice” e “custode”, il Papa sottolinea la necessità di “assumere l’atteggiamento della lode”.

Dinanzi a tanta bellezza, con rinnovato stupore, con occhi da fanciulli, dobbiamo essere capaci di apprezzare la bellezza di cui siamo circondati e di cui anche l’uomo è intessuto. La lode è frutto della contemplazione, la contemplazione e la lode portano al rispetto, il rispetto diviene quasi venerazione dinanzi ai beni della creazione e del suo Creatore. Fonte Vatican News – Giada Aquilino

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