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Papa Francesco: Stringiamo tra le nostre braccia il Bambino Gesù e diciamogli: Voglio essere umile!

Udienza generale dedicata da Papa Francesco a Gesù Bambino, allo Spirito del Presepe in questo Natale che trascorre giorno dopo giorno all’interno dell’Anno Santo della Misericordia. “Lui è il Figlio di Dio che viene a salvarci – ha ricordato Papa Francesco – E’ venuto tra di noi per mostrarci il volto del Padre ricco di amore e di misericordia. Stringiamo, dunque, tra le nostre braccia il Bambino Gesù, mettiamoci al suo servizio: Lui è fonte di amore e di serenità”

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Le parole di Papa Francesco durante l’Udienza generale di questo mercoledì 30 dicembre.

Fratelli e sorelle, buongiorno! Un giorno un po’ freddo. In questi giorni natalizi ci viene posto dinanzi il Bambino Gesù. Sono sicuro che nelle nostre case ancora tante famiglie hanno fatto il presepe, portando avanti questa bella tradizione che risale a san Francesco d’Assisi e che mantiene vivo nei nostri cuori il mistero di Dio che si fa uomo.
La devozione a Gesù Bambino è molto diffusa. Tanti santi e sante l’hanno coltivata nella loro preghiera quotidiana, e hanno desiderato modellare la loro vita su quella di Gesù Bambino. Penso, in particolare a santa Teresa di Lisieux, che come monaca carmelitana ha portato il nome di Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo. Lei – che è anche Dottore della Chiesa – ha saputo vivere e testimoniare quell’“infanzia spirituale” che si assimila proprio meditando, alla scuola della Vergine Maria, l’umiltà di Dio che per noi si è fatto piccolo. (…)




C’è stato un tempo in cui, nella Persona divino-umana di Cristo, Dio è stato un bambino, e questo deve avere un suo significato peculiare per la nostra fede. E’ vero che la sua morte in croce e la sua risurrezione sono la massima espressione del suo amore redentore, però non dimentichiamo che tutta la sua vita terrena è rivelazione e insegnamento. Nel periodo natalizio ricordiamo la sua infanzia. Per crescere nella fede avremmo bisogno di contemplare più spesso Gesù Bambino. Certo, non conosciamo nulla di questo suo periodo. Le rare indicazioni che possediamo fanno riferimento all’imposizione del nome dopo otto giorni dalla sua nascita e alla presentazione al Tempio (cfr Lc 2,21-28); e inoltre alla visita dei Magi con la conseguente fuga in Egitto (cfr Mt 2,1-23). Poi, c’è un grande salto fino ai dodici anni, quando con Maria e Giuseppe Gesù va in pellegrinaggio a Gerusalemme per la Pasqua, e invece di ritornare con i suoi genitori si ferma nel Tempio a parlare con i dottori della legge.




Come si vede, sappiamo poco di Gesù Bambino, ma possiamo imparare molto da Lui se guardiamo alla vita dei bambini. (…)

Scopriamo, anzitutto, che i bambini vogliono la nostra attenzione. Loro devono stare al centro perché (…) hanno bisogno di sentirsi protetti. E’ necessario anche per noi porre al centro della nostra vita Gesù e sapere, anche se può sembrare paradossale, che abbiamo la responsabilità di proteggerlo. Vuole stare tra le nostre braccia, desidera essere accudito e poter fissare il suo sguardo nel nostro. Inoltre, far sorridere Gesù Bambino per dimostrargli il nostro amore e la nostra gioia perché Lui è in mezzo a noi.

Il suo sorriso è segno dell’amore che ci dà certezza di essere amati. I bambini, infine, amano giocare. Far giocare un bambino, però, significa abbandonare la nostra logica per entrare nella sua. Se vogliamo che si diverta è necessario capire cosa piace a lui. (…)E’ un insegnamento per noi. Davanti a Gesù siamo chiamati ad abbandonare la nostra pretesa di autonomia,(…) per accogliere invece la vera forma di libertà, che consiste nel conoscere chi abbiamo dinanzi e servirlo. Lui è il Figlio di Dio che viene a salvarci. E’ venuto tra di noi per mostrarci il volto del Padre ricco di amore e di misericordia. Stringiamo, dunque, tra le nostre braccia il Bambino Gesù, mettiamoci al suo servizio: Lui è fonte di amore e di serenità.

I saluti del Santo Padre ai fedeli e pellegrini di lingua italiana Porgo un cordiale augurio natalizio ai pellegrini di lingua italiana. Sono lieto di accogliere i fedeli delle Diocesi di Vittorio Veneto e Monreale, accompagnati dai loro Pastori Mons. Pizziolo e Mons. Pennisi. Saluto le Suore dell’Istituto Madri Pie, esortandole a vivere con rinnovato entusiasmo il carisma di fondazione. Saluto i ragazzi del Movimento dei Focolari; i cresimandi della Valle Brembana e i componenti del Golden Circus di Liana Orfei, incoraggiandoli ad essere messaggeri di solidarietà fra le nazioni e testimoni di gioia e di speranza. A tutti auguro di diffondere nella quotidianità la luce di Cristo, che ha brillato sull’umanità nella Notte di Natale. Rivolgo un pensiero speciale ai giovani, ai malati e agli sposi novelli. L’icona del presepio che contempliamo in questi giorni aiuti voi, cari giovani, a imitare la Santa Famiglia, modello dell’amore vero. Sostenga voi, cari ammalati, ad offrire le vostre sofferenze in unione a quelle di Gesù per la salvezza del mondo. Incoraggi voi, cari sposi novelli, a edificare la vostra casa sulla roccia della Parola di Dio, rendendola, sull’esempio di quella di Nazaret, un luogo accogliente, pieno di amore, di comprensione e di perdono. 
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UN APPELLO DI PREGHIERA DAL PAPA
“Invito a pregare per le vittime delle calamità che in questi giorni hanno colpito gli Stati Uniti, la Gran Bretagna e l’America del Sud, specialmente il Paraguay, causando purtroppo vittime, molti sfollati e ingenti danni. Il Signore dia conforto a quelle popolazioni, e la solidarietà fraterna li soccorra nelle loro necessità.”

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A cura di Francesco Rossi per la Redazione Papaboys. Livetwitting a cura del canale @CiaoKarol della Redazione Papaboys

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