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Papa Francesco parla ai giovani di “Economy of Francesco”: la misura dello sviluppo è l’umanità!

Si è concluso con il videomessaggio del Pontefice l’evento internazionale voluto da Papa Francesco, con protagonisti giovani economisti ed imprenditori di 115 Paesi del mondo che hanno partecipato on line a conferenze e dibattiti. “Cari giovani – dice il Papa – oggi siamo di fronte alla grande occasione di esprimere il nostro essere fratelli”, di essere buoni samaritani di un futuro solidale
The Economy of Francesco, in diretta l'evento internazionale
The Economy of Francesco, in diretta l’evento internazionale

Amedeo Lomonaco- Città del Vaticano per Vaticannews

Il Papa nel videomessaggio sottolinea che l’incontro “Economy of Francesco” non è un punto di arrivo “ma la spinta iniziale di un processo”. L’evento internazionale, apertosi lo scorso 19 novembre ad Assisi e non a marzo a causa della pandemia, ha come protagonisti giovani economisti e imprenditori. Sono loro, “molto più di un “rumore” superficiale e passeggero che si può addormentare e narcotizzare con il tempo”, i motori di un processo, spiega il Pontefice, che siamo invitati a vivere “come vocazione, come cultura e come patto”.

Cultura dell’incontro

Tornare “alla mistica del bene comune” e “incontrarsi al di là di tutte le legittime differenze”, è il passo determinante, osserva ancora Francesco, “per qualsiasi trasformazione che aiuti a dar vita a una nuova mentalità culturale e, quindi, economica, politica e sociale”. Quella dell’incontro è una cultura che si costruisce – come hanno fatto i giovani attraverso villaggi tematici che si sono costituiti on line in preparazione ad Economy of Francesco –  dialogando, pensando, discutendo e creando, “secondo una prospettiva poliedrica”. Ed è una cultura opposta, sottolinea il Pontefice, a quella che oggi “è alla moda”: la cultura dello scarto. “Come è difficile – aggiunge il Papa – progredire verso soluzioni reali quando si è screditato, calunniato e decontestualizzato l’interlocutore che non la pensa come noi”. Il futuro, spiega poi Francesco, sarà “un tempo speciale”: “Non siamo condannati a modelli economici che concentrino il loro interesse immediato sui profitti come unità di misura”. Tutti devono essere coinvolti in questa nuova cultura basta sull’incontro.

Occorre accettare strutturalmente che i poveri hanno la dignità sufficiente per sedersi ai nostri incontri, partecipare alle nostre discussioni e portare il pane alle loro case. E questo è molto più che assistenzialismo: stiamo parlando di una conversione e trasformazione delle nostre priorità e del posto dell’altro nelle nostre politiche e nell’ordine sociale.

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